Cerca

Cronaca

Costretta a sposarsi in India: sotto processo il padre, bracciante agricolo di Fondi

Secondo l’accusa, la giovane è stata portata in India e costretta a unirsi in matrimonio con un ragazzo scelto dal padre

Costretta a sposarsi in India: sotto processo il padre, bracciante agricolo di Fondi

Una giovane ragazza costretta a sposarsi contro la propria volontà con un connazionale in India. Una vicenda che mette i brividi e che ora è al centro di un processo in corso presso il Tribunale di Latina. Sul banco degli imputati c’è il padre della giovane, un 49enne di origini indiane, residente a Fondi e bracciante agricolo, accusato di induzione a contrarre matrimonio e maltrattamenti in famiglia.

L’uomo è attualmente sottoposto al divieto di avvicinamento e al braccialetto elettronico, misure decise dal gip Laura Morselli sulla base delle indagini coordinate dal pm Marco Giancrisofaro.

I fatti risalgono al settembre 2024, quando la ragazza ha trovato il coraggio di denunciare in Procura una situazione diventata insostenibile. Nella denuncia ha raccontato di essere stata controllata, isolata e spinta a sposarsi con un ragazzo che non conosceva, né amava. «Mi controllava il telefono», ha dichiarato agli inquirenti, descrivendo un contesto familiare oppressivo e senza libertà.

Secondo l’accusa, la giovane è stata portata in India e costretta a unirsi in matrimonio con un ragazzo scelto dal padre, senza alcun consenso né coinvolgimento emotivo.

Diversa la versione fornita dalla difesa: l’avvocato Gabriele Pagliaroli ha sostenuto che il matrimonio fosse regolare e che i due si conoscessero dai tempi della scuola. In aula sono state presentate foto e video della cerimonia, che mostrano la ragazza durante il matrimonio.

Nel corso dell’udienza di ieri, davanti al Collegio Penale presieduto dal giudice Gian Luca Soana e al pm Valerio De Luca, la vittima ha testimoniato nuovamente, ribadendo le pressioni subite. Emergono altri particolari inquietanti: secondo l’inchiesta, il padre avrebbe anche costretto la madre a non lavorare per poter controllare meglio la figlia.

Il processo riprenderà il prossimo 25 giugno, quando verranno ascoltati i testimoni dell’accusa, tra cui alcuni colleghi della ragazza. Nelle udienze successive è prevista la deposizione della madre e del fratello della giovane.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione