Il fatto
04.05.2025 - 10:00
La Dda ha chiesto la misura di prevenzione di tre anni per Pietro Canori, 77 anni, originario di Priverno, condannato in primo grado alla pena di 9 anni nell’ambito dell’inchiesta Gordio, condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo che aveva portato all’emissione delle misure restrittive eseguite nel 2021 per traffico di droga. Nei confronti di Canori, difeso dall’avvocato Gianmarco Conca, la richiesta è quella dell’obbligo di soggiorno a Priverno della durata di tre anni.
I giudici del Tribunale di Palermo dove nei giorni scorsi si è svolta l’udienza, entro novanta giorni dovranno pronunciarsi e decidere in questo caso se accogliere o meno la richiesta. Il 77enne che per molti anni è stato ritenuto dagli investigatori regista dei traffici di droga nel territorio pontino, nell’inchiesta Gordio era considerato il fornitore di cocaina di una delle cosche mafiose più importanti tra le cinque finite nell’inchiesta il mandamento «Fardazza» di Partinico.
Nel corso delle indagini preliminari il Tribunale del Riesame di Palermo aveva accolto il ricorso annullando l’aggravante dell’associazione mafiosa e disponendo per Canori la scarcerazione e in un secondo momento gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Erano stati annullati i capi di imputazione relativi all’appartenenza ad un’associazione di stampo mafioso costituita allo scopo di produrre, commercializzare, detenere e vendere sostanze stupefacenti di tipo marijuana e cocaina. Nei confronti di Canori è in corso in Tribunale a Latina davanti al Collegio Penale il processo della Dda di Roma, in questo caso per l’operazione Ade, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina e coordinata dal pm Luigia Spinelli.
I militari - coordinati dal tenente colonnello Antonio De Lise - nel corso di una inchiesta durata 14 mesi avevano ricostruito lo spaccio e il traffico di stupefacenti sia nell’area di Latina che nella zona dei Monti Lepini e in particolare a Priverno. E’ emerso che i contatti tra gli imputati erano possibili tramite l’utilizzo di vecchi telefoni cellulari Nokia. Per l’operazione Ade i provvedimenti restrittivi erano stati firmati nel maggio del 2023. L’associazione era stata costituita - avevano sostenuto gli uomini dell’Arma - per detenere e commercializzare nell’area dei Monti Lepini ingenti quantitativi di cocaina e hascisc. Nel corso del processo sono stati ascoltati oltre che alcuni investigatori dell’Arma che si erano occupati delle indagini anche i collaboratori di giustizia. Per l’inchiesta Gordio entro novanta giorni si conoscerà cosa ha deciso il Tribunale.
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