Il caso
08.05.2025 - 11:00
A Latina, l'adozione della variante alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale per introdurre la perequazione urbanistica si è arenata. La Regione ha stoppato la precedente delibera comunale, ritenendola una modifica sostanziale che esula dalla delega di ampliamento dei poteri urbanistici concessa ai Comuni, considerando che i contenuti della variante «comportano un profondo impatto sulle modalità di governo del territorio».
Di conseguenza, il Comune di Latina deve annullare in autotutela la vecchia delibera e avviare un nuovo iter condiviso con la Regione, che includerà istruttoria pubblica e adozione in consiglio. La patata bollente, nota in Comune da inizio gennaio, è emersa ieri in commissione urbanistica convocata su questo tema dal presidente Roberto Belvisi. «Abbiamo lavorato con gli uffici per adottare la variante per art 1 e art 1bis per l’introduzione dei Principi della Perequazione e compensazione Urbanistica su tutto il territorio e all'interno del Prg, poi approvata in consiglio - ha detto Belvisi - Questa modifica l'abbiamo fatta utilizzando la delega ai Comuni per la pianificazione urbanistica, formalizzata ad aprile 2024 e la Regione ci ha risposto in modo negativo chiedendo di modificare e integrare la delibera perché per loro è una variante sostanziale che tocca le norme tecniche di attuazione». «Ad oggi si va verso il disuso degli espropri per sgravare i comuni di somme e spese e per sostituirli con perequazione e compensazione - ha spiegato l’assessore all’urbanistica Annalisa Muzio - quando abbiamo adottato la delibera la Regione ci ha comunicato che l'attività svolta dal Comune non rientrava pienamente nella delega e si dovrà fare un percorso condiviso». L’assessore ha cercato di minimizzare, ma è evidente che si perso già molto tempo di fatto configurando una variazione sostanziale al Prg. «Nulla di stravolgente - ha detto Muzio - è ovvio che la Regione avochi a sé delle materie quando ritiene che ci sia una modifica sostanziale del Prg, la delega noi l'avevamo nei limiti di non operare modifiche sostanziali. Avevamo l'obbligo di inserire nelle Nta il principio compensativo e così facciamo nella nuova delibera. Se la proposta viene approvata ci vorrà comunque una istruttoria pubblica, l’adozione in consiglio e termini per le osservazioni, ma c'è in corso una interlocuzione con la Regione per verificare che tutto sia fatto per bene».
A spiegare i dettagli tecnici di quanto accaduto il funzionario del servizio Pianificazione, architetto Umberto Cappiello. «Quando la variante è considerata di portata generale, e si riserva la regione di valutarla - ha spiegato - si prefigura come sostanziale. C’è da dire che alla pubblicazione della delibera sono pervenute due osservazioni tramutate anche in ricorso al Presidente della Repubblica. Le due opposizioni e i due ricorsi sono stati trasmessi alla Regione che ha avviato l’iter. Il parere della Regione, che risale al 31 gennaio scorso, parla di « genericità della norma adottata relativa all'intero territorio comunale in assenza di un'analisi dell'effettivo stato di attuazione del prg e dell'analisi delle conseguenze derivanti dall’attuazione di tali principi sulle scelte di Piano ed è gravata dal mancato chiarimento dei criteri di definizione dell'entità di tali capacità edificatorie e della necessaria individuazione delle cosiddette zone di atterraggio, ovvero dei criteri per individuarle, demandando i contenuti specifici ad un futuro regolamento, che per propria natura, non può essere consierato strumento di pianificazione».
Cappiello ha detto che il Comune ha spiegato alla Regione che «il nostro è un Prg del 1972, un grande contenitore che demandava ai piani attuativi di prendere le scelte operative, come le aree da edificare. Ora individuare aree edificabili, le zone di atterraggio, su Ppe già presenti e progettati sul nostro territorio e in buona parte attuati è difficile».
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione