Cerca

Il fatto

Attentatore filmato mentre lascia la bomba

Una telecamera di videosorveglianza ha ripreso l’attentatore nel momento in cui poggia l’ordigno a terra

Attentatore filmato mentre lascia la bomba

Procede su due binari paralleli l’indagine dei Carabinieri sul ritrovamento di una bomba, lunedì mattina, accanto all’ingresso di un’officina meccanica di corso Matteotti, in pieno centro a Latina. Da un lato i detective dell’Arma sono alla ricerca di elementi utili a risalire alla persona che materialmente ha poggiato l’ordigno sul marciapiede, mentre sull’altro versante investigativo lavorano in per risalire indirettamente a chi possa avere avuto l’interesse di compiere un’azione tanto eclatante e per quale ragione.

Un primo risultato è arrivato con l’analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza di diversi impianti privati installati nella zona del ritrovamento, che ha ripreso l’intera scena mentre l’attentatore arriva e si ferma per lasciare a terrà l’ordigno. È successo la notte, quindi le immagini non sono nitide e non offrono particolari utili a riconoscere il soggetto, ma la registrazione sarà analizzata attentamente con l’impiego di tecnologie avanzate. E soprattutto rappresenta un punto di partenza importante, perché una volta identificata la fisionomia dell’uomo che ha lasciato la bomba davanti all’officina, i carabinieri possono ripercorrere il tragitto compiuto sia prima che dopo, alla ricerca di filmati ancora più dettagliati.

In seguito a una prima scrematura dei possibili bersagli, l’indagine ruota attorno proprio all’officina. Sembra chiaro che l’obiettivo fosse quello, perché la bomba è stata lasciata a distanza ravvicinata dallo stipite del varco di accesso, che di notte viene chiuso con una saracinesca.

L’ipotesi più accreditata dagli investigatori è quella di un gesto intimidatorio diretto a spaventare il figlio quarantenne del titolare della storica officina, oltretutto arrestato nel marzo del 2019 dalla polizia per il possesso di stupefacenti in casa, quasi un etto tra cocaina, hascisc e marijuana. Quindi il lavoro dei carabinieri si sta concentrando nell’opera di analisi delle persone con le quali il quarantenne è entrato in contatto negli ultimi tempi, con lo scopo di capire chi potesse avere l’interesse di colpirlo in quella maniera, sebbene comunque l’ordigno fosse inoffensivo, perché privato dell’innesco senza il quale non poteva esplodere. Un particolare che in ogni caso non sminuisce la portata del messaggio, ancora tutto da decifrare, che l’attentatore o chi ha pianificato quell’azione intendeva recapitare al destinatario.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione