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I cadaveri senza nome: l’analisi del Commissario straordinario delle persone scomparse

In tutta Italia sono 1108 i cadaveri sconosciuti, nel Lazio dopo Roma (251), c’è Latina con 11. I dati fino al 30 aprile

I cadaveri senza nome: l’analisi del Commissario straordinario delle persone scomparse

In provincia di Latina ci sono 11 cadaveri senza nome. Sono persone morte che non sono state mai reclamate. Da nessuno. È questo quanto riportato nel Report dal Ministero dell’Interno e dal Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse Saverio Ordine.

I numeri del territorio pontino sono purtroppo indicativi, dietro a questi dati che possono sembrano freddi: c’ è sempre un famiglia, una storia, un grave dramma che resta spesso nascosto, avvolto dall’ombra, dal silenzio e un filo sottile di speranza per dare un nome. Quando arrivano i corpi delle persone decedute e che sono ignote, l’unica strada è quella delle ipotesi in base all’abbigliamento e altri elementi. Dai numeri riferiti dall’agenzia Adnkronos, e che riguardano tutta Italia spiccano i dati della Lombardia: è la prima regione che ha sottoscritto il protocollo.

La provincia di Milano ha 101 cadaveri non identificati. Sono impressionanti i numeri che riguardano Roma. Se in tutto il Lazio sono 269, solo nella capitale i cadaveri senza nome sono 251. C’è da sottolineare che su 107 corpi del Lazio sono stati prelevati campioni biologici e su disposizione dell’autorità giudiziaria sono stati inseriti nella banca dati del Dna. In totale 69 corpi presentano segni particolari utili per il riconoscimento e su 42 cadaveri sono stati trovati effetti personali ma non invece dei documenti. C’è da sottolineare che è stato firmato un protocollo per le morti invisibili, da nove regioni italiane per cercare di arrivare a dare una identità.

Il progetto è strato promosso dal Commissario straordinario per le persone scomparse e ha diversi obiettivi a partire da una procedura ben precisa per censire i cadaveri non identificati e inserire subito dopo i dati genetici nelle banche dati. Nel Lazio, l’accordo coinvolge Prefetture, Procure, Università, e poi Anci, Regioni e Comuni. Il progetto risale al maggio del 2023. «Ogni comune – aveva dichiarato - Dalila Ranalletta, medico legale e delegata del Lazio per l’attuazione del protocollo – ha dedicato uno spazio nei cimiteri alle persone scomparse, ma il vero problema è che il Commissario straordinario non ha fondi. I costi di Dna, esami, trasporto e inumazione ricadono tutti sui comuni».

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