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La storia

L'integrazione a colpi di cricket

Sul prato di via delle Province, a Cisterna, giovani di origine indiana, pakistana e cingalese si ritrovano per giocare a cricket: un segno di convivenza silenziosa e quotidiana tra culture diverse

L'integrazione a colpi di cricket

Il prato di via delle Province si anima con partite di cricket. Giovani di origine indiana, cingalese e pakistana portano il loro sport nella quotidianità cittadina, trasformando un angolo periferico in un simbolo silenzioso di convivenza e multiculturalismo. Un pomeriggio qualunque, una domenica come tante. Eppure, per chi ha avuto modo di passare in via delle Province, c’era qualcosa di insolito, qualcosa che ha fatto voltare più di uno sguardo curioso.

Sul prato che costeggia la strada e abbraccia il parcheggio adiacente, decine di ragazzi correvano animati, divisi in due squadre, e in mano non avevano il solito pallone da calcio ma una mazza. Non la classica da baseball, ma una più piatta, più larga, in legno chiaro. Era la mazza da cricket. Chi si è fermato un attimo a osservare ha colto subito la scena per ciò che era: non un’improvvisata, ma un appuntamento.

Il cricket – sport principe in India e Pakistan, dove è molto più di un gioco – è arrivato anche qui, nella Cisterna che cambia, che accoglie e si trasforma. Un tempo, per vedere simili partite bisognava andare nei parchi delle grandi città – Roma, Milano, Bologna – dove le comunità straniere sono da anni radicate e visibili. Oggi, invece, anche nella provincia pontina, e più precisamente nell’area artigianale della città, capita di imbattersi in scene come queste: giovani che si ritrovano, organizzano il campo con due birilli, un lanciatore e un battitore, e iniziano una partita che per loro è rito, tradizione, socialità. La Cisterna di oggi, dunque, non è più soltanto quella delle partite di calcetto del giovedì sera tra amici d’infanzia.

È anche quella delle domeniche al profumo di spezie, del cricket sul prato, delle lingue che si mescolano e delle culture che trovano spazio per esprimersi. Non un’invasione – come qualcuno, frettolosamente, potrebbe pensare – ma un arricchimento. Colpisce la naturalezza con cui questi ragazzi utilizzano lo spazio pubblico senza pretese, ma con entusiasmo. Non urlano, non disturbano. Giocano. Ridono.

Si passano la mazza. Si rincorrono. Alcuni passanti si fermano, osservano, fanno domande. Altri tirano dritto. Ma è in questi piccoli frammenti di quotidianità che si misura il cambiamento silenzioso di una città. Cisterna si scopre, insomma, sempre più melting pot, e non solo nei numeri dell’anagrafe. Lo dimostrano i gesti semplici: un gioco, un prato, un gruppo di amici che si ritrova, anche se a migliaia di chilometri da casa, per sentirsi un po’ più vicini a sé stessi.

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