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L'emergenza

Virus West Nile: ecco i sintomi e quali sono i rischi

In provincia i casi sono raddoppiati in poche ore e destinati a salire nei prossimi giorni: cosa fare per ridurre i rischi di contagio

Virus West Nile: ecco i sintomi e quali sono. i rischi

Dai primi focolai del Nord Italia alle nuove segnalazioni nel Centro-Sud, il virus West Nile continua ad allargare la propria diffusione e ora è arrivato anche nel Lazio.Sono complessivamente 21 i casi accertati fino a questo momento, tutti in provincia di Latina

  • 10 risultano attualmente ricoverati in reparti ospedalieri, pur se per altre patologie concomitanti;

  • 2 sono stati dimessi;

  • 6 stanno seguendo il decorso della malattia in cura domiciliare;

  • 2 si trovano ricoverati in terapia intensiva.

La zona colpita è unicamente la provincia di Latina, con comuni di presunta esposizione localizzati ad Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Latina, Pontinia, Priverno, Sezze e Sabaudia.

Dopo aver colpito negli anni scorsi Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e in misura minore il Piemonte, il virus è stato recentemente riscontrato anche in Sicilia, Sardegna, Toscana e Campania. Una diffusione sempre più ampia che preoccupa le autorità sanitarie, anche alla luce delle condizioni climatiche che stanno favorendo la proliferazione delle zanzare vettori.

Zanzare e cambiamento climatico: un binomio che preoccupa

Alla base dell’espansione della febbre del Nilo occidentale, come viene anche chiamata, potrebbe esserci proprio il cambiamento climatico. Le temperature sempre più elevate prolungano il ciclo vitale degli insetti, anticipando la loro comparsa e allungando il periodo di attività. Fino a pochi anni fa, il monitoraggio dei casi in Italia iniziava alla fine di maggio. Oggi, invece, le prime zanzare positive al virus vengono rilevate già a metà giugno, e in alcune regioni il monitoraggio parte all’inizio del mese.

Come riconoscere la zanzara che trasporta il virus?

La zanzara Culex, principale vettore del West Nile, è attiva soprattutto al tramonto e durante la notte. Ha un aspetto marrone o grigiastro, zampe sottili e ali trasparenti. È silenziosa e di dimensioni ridotte, il che rende difficile riconoscerla a occhio nudo. In effetti, solo un entomologo esperto potrebbe distinguerla da altre specie comuni. È quindi impossibile capire a colpo d’occhio se si è stati punti da una zanzara infetta.

La puntura: nessun segnale distintivo

Un altro aspetto da chiarire riguarda la puntura: quella di una zanzara che trasporta il West Nile non è diversa da una puntura “normale”. Non provoca segni particolari o reazioni visibili. Proprio per questo è inutile e dannoso creare allarmismo, dal momento che l’infezione — nella maggior parte dei casi — non dà sintomi evidenti.

Sintomi e decorso dell'infezione

Quando si manifesta, l’infezione da West Nile ha un periodo di incubazione che varia dai 2 ai 14 giorni. I sintomi, se presenti, sono simili a quelli di una sindrome influenzale e includono:

  1. Febbre oltre 38 gradi

  2. Mal di testa

  3. Dolori muscolari

  4. Nausea o vomito

  5. Linfonodi ingrossati

  6. Eruzioni cutanee (più rare)

Tuttavia, in circa l’80% dei casi l’infezione resta asintomatica. Solo in una piccola percentuale (circa l’1%) può evolvere in forme neurologiche gravi, come encefalite, rigidità del collo, confusione mentale, convulsioni o paralisi. In questi casi, è necessario un ricovero ospedaliero immediato.

Donne in gravidanza: quali rischi?

Le future mamme possono stare relativamente tranquille. La trasmissione del virus al feto è possibile, ma si tratta di un’evenienza molto rara. Al momento, non ci sono prove che colleghino il West Nile a malformazioni congenite. Non è quindi paragonabile al virus Zika, che invece ha mostrato effetti più gravi nei neonati. Tuttavia, è sempre buona norma adottare misure preventive, specialmente durante i mesi più caldi.

Cosa fare per proteggersi?

Non esistono ancora vaccini o terapie specifiche contro il virus West Nile. La prevenzione rimane quindi l’arma più efficace. Ecco alcuni consigli utili:

  • Usare repellenti per insetti nelle ore serali.

  • Indossare abiti chiari e coprenti, soprattutto gambe e braccia.

  • Evitare di lasciare acqua stagnante in vasi, sottovasi, secchi o grondaie.

  • Utilizzare zanzariere alle finestre e porte di casa.

  • Trattare con prodotti larvicidi tombini o pozzetti di raccolta.

Monitoraggio costante anche nel Lazio

La Regione Lazio, in accordo con il Ministero della Salute, ha avviato un piano di sorveglianza veterinaria e ambientale. Le aziende sanitarie locali sono allertate per la segnalazione tempestiva di casi sospetti sia negli esseri umani che negli animali. Va ricordato, infatti, che il virus non si trasmette da persona a persona, ma viene veicolato principalmente dalle zanzare dopo aver punto uccelli infetti, che rappresentano il serbatoio naturale dell’infezione.

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