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Cronaca

Il virus West Nile bussa alle porte di Roma: primi casi sul litorale

In totale 28 positivi nella regione. Anzio e Nettuno i comuni interessati nei pressi della Capitale

Virus West Nile, cosa fare per difendersi?

Il virus West Nile continua a diffondersi nel Lazio, con un nuovo aggiornamento che desta preoccupazione anche nella provincia di Roma, dove sono stati confermati due casi di positività. Si tratta di un dato ancora contenuto rispetto a quanto sta accadendo nella provincia di Latina, ma che impone di alzare il livello di attenzione anche sul fronte metropolitano.

A renderlo noto è la Regione Lazio, che ha comunicato la conferma di sette nuovi casi totali di infezione da West Nile Virus da parte del Laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”.

Tra questi, due pazienti hanno sviluppato una sindrome neurologica, mentre gli altri cinque presentano febbre da West Nile. Con questi nuovi casi, il totale regionale sale a 28, di cui 26 registrati nella provincia di Latina e 2 nella provincia di Roma. È proprio sul territorio della Capitale che l’attenzione si sta ora spostando, dopo settimane di monitoraggio concentrato esclusivamente nel sud della regione.

Anzio e Nettuno sotto osservazione

I comuni di presunta esposizione al virus nella provincia di Roma sono Anzio e Nettuno, due località costiere del litorale sud della Capitale, densamente popolate durante l’estate e frequentate da residenti e turisti. Le autorità sanitarie stanno verificando eventuali collegamenti tra i due casi accertati, al fine di circoscrivere l’area di possibile circolazione del virus e avviare interventi di disinfestazione mirata.

In risposta ai casi confermati, la cabina di regia regionale – composta da Regione Lazio, INMI Spallanzani, Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana e ASL competenti – ha deciso di estendere anche all’ASL Roma 6 (competente per i comuni di Anzio e Nettuno) le prescrizioni preventive già impartite all’ASL di Latina il 17 luglio scorso. Tra le misure previste: sorveglianza epidemiologica, controlli entomologici, e campagne informative per i cittadini.

Le amministrazioni locali hanno disposto delle disinfestazioni straordinarie per debellare le zanzare. 

Il quadro dei pazienti positivi

Secondo l’ultimo aggiornamento, i 28 pazienti positivi nel Lazio si trovano in queste condizioni cliniche:

  • 11 sono ricoverati in reparti ordinari per altre patologie;

  • 3 sono stati dimessi;

  • 11 stanno affrontando la malattia a domicilio;

  • 2 pazienti sono in terapia intensiva;

  • 1 decesso è stato registrato nei giorni scorsi presso l’ospedale di Fondi.

Monitoraggio rafforzato

Il sistema di sorveglianza sanitaria regionale garantisce la conferma diagnostica entro 48 ore dal ricevimento del campione biologico. La collaborazione tra istituzioni sanitarie e i laboratori di riferimento è fondamentale per individuare tempestivamente i focolai e agire con rapidità.

Intanto, la Direzione Salute e Integrazione Sociosanitaria ribadisce che la puntura della zanzara infetta non è distinguibile da una normale puntura, ma invita la popolazione, soprattutto nei comuni interessati, a mettere in atto misure di prevenzione: evitare ristagni d’acqua, installare zanzariere, e proteggersi durante le ore serali e notturne, quando la zanzara Culex è più attiva.

Rischio basso ma sorveglianza alta

Anche se la maggior parte dei contagiati non sviluppa sintomi gravi, i medici raccomandano attenzione, soprattutto per le persone anziane o fragili. Il virus può infatti causare, nei casi più rari, encefaliti e complicanze neurologiche.

Il numero contenuto di casi nella provincia di Roma non deve indurre allarmismi, ma spinge le autorità sanitarie a rafforzare il monitoraggio entomologico, e a valutare interventi preventivi mirati anche nel resto del territorio regionale, soprattutto nelle aree ad alta densità abitativa o turistica.

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