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Egato4 e Acqualatina, scontro totale su tariffe e morosità

L’Ente d’Ambito scrive ad Acqualatina «Liquidità in difficoltà per i crediti non riscossi». L’ingegner Bernola snocciola numeri e conclude: «Inaccettabile chiedere altri aumenti ai cittadini»

Egato4 e Acqualatina, scontro totale su tariffe e morosità

«Non sarà un nuovo aumento delle tariffe idriche a salvare i conti di Acqualatina, ma una gestione più efficiente e una vera lotta alla morosità». È questo, in estrema sintesi, il contenuto del durissimo riscontro inviato dall’Ente d’Ambito ATO4 alla società che gestisce il Servizio Idrico Integrato nella provincia di Latina. Il documento, firmato dall’ingegner Umberto Bernola, risponde alle note protocollate da Acqualatina il 2 e il 18 luglio 2025, nelle quali si chiedeva di intervenire urgentemente per far fronte alla crisi di liquidità che starebbe mettendo a rischio la gestione. Siamo in sostanza davanti a un vero e proprio braccio di ferro, con da un lato il gestore che, conti alla mano, dimostra che non ci sono le condizioni per una gestione sana della società, perché mancano entrate adeguate. Dall’altra l’ente d’ambito che continua invece a sostenere che le tariffe del servizio non andavano e non vanno aumentate, come chiede il gestore, e che per far fronte alle spese della società le risorse si possono trovare altrove. Uno scenario appunto di muro contro muro nel quale si inserisce anche la richiesta dell’azienda di una modifica statuaria per arrivare all’aumento del capitale sociale. Le quote, lo ricordiamo, sono in mano per il 51% ai comuni.
 
Il messaggio dell’Egato4 è però netto di fronte alle richieste della spa: «Nessuna responsabilità può essere attribuita all’Ente. I problemi sono interni al gestore, e derivano da una incapacità strutturale nel recupero crediti». Una cifra, più di tutte, fotografa la situazione: oltre 160 milioni di euro di crediti non riscossi dai cittadini morosi.

«È inaccettabile – si legge nella nota – pensare di scaricare questa inefficienza sulle tariffe. L’aumento del 3,5% annuo già approvato dalla Conferenza dei Sindaci per il periodo 2024-2029 è conforme alla regolazione e non può essere ulteriormente modificato per coprire i buchi di gestione». Va detto, a onor del vero, che molte responsabilità per l’enorme morosità, sono in capo anche ai partiti politici e dunque a molti sindaci che essi esprimono, in quanto in più occasioni sono state cavalcate le battaglie anti Acqualatina con la conseguenza di far aumentare il numero di coloro che l’acqua non la pagano pur potendoselo permettere.
Ma torniamo alle contestazioni dell’Egato. Secondo Bernola il piano tariffario attualmente in vigore già include il riconoscimento di 4,8 milioni di euro l’anno per la morosità, pari a un aggravio del 3,4% sulle bollette. A questi si aggiungono 6 milioni l’anno di costi operativi endogeni (il 4,5% delle bollette), riconosciuti nonostante non siano mai stati effettivamente sostenuti dal gestore. «Queste risorse – precisa l’ente – avrebbero potuto essere utilizzate per riparazioni, assunzioni, o miglioramenti del servizio. Invece si stanno destinando a esternalizzazioni che indeboliscono la struttura interna».
 
Poi Bernola ricorda presunte mancanze di informazioni da parte del gestore all’ente d’ambito. Secondo l’Egato Acqualatina avrebbe chiesto un aumento del 9,5% annuo per il triennio 2024-2026 senza fornire la documentazione obbligatoria prevista dalla regolazione ARERA. E qui Bernola elenca una lunga serie di PEC e diffide con cui ha richiesto i dati mancanti, tra cui il Programma degli Interventi e il Piano delle Opere Strategiche. Solo dopo la diffida formale del 14 ottobre 2024, la società ha iniziato a rispondere, pur continuando – secondo l’ente – a inviare dati incompleti.

«L’Ente ha agito con trasparenza e rigore istruttorio – afferma il dirigente – e il calcolo tariffario adottato è frutto di un processo verificato anche dagli strumenti interni dell’ARERA. Non siamo obbligati a recepire integralmente le proposte del gestore, il nostro dovere è tutelare anche l’equilibrio per l’utenza finale».

Secondo Ato4, l’errore di fondo sta nel voler compensare una morosità crescente – passata dal 9% del 2015 al 12,88% nel 2023 – senza aver messo in campo strumenti concreti di recupero crediti. Inoltre, viene contestata la scelta di esternalizzare servizi fondamentali, depotenziando così la capacità operativa della società, a fronte di un aumento dei disservizi.
Infine, l’Ente rigetta ogni accusa circa presunti ritardi nell’approvazione delle tariffe. «È stata la stessa Acqualatina – si legge nel documento – a non trasmettere la documentazione nei tempi previsti. Al contrario, siamo stati costretti ad attivare il procedimento per l’applicazione del moltiplicatore tariffario d’ufficio, come prevede la regolazione».

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