Una ladra specializzata nei furti negli appartamenti è arrivata ad accumulare una pena definitiva di nove anni, sette mesi e venti giorni di reclusione, ma per ora non sarà trasferita in carcere perché la donna di 48 anni è anche madre di otto figli, dei quali il più piccolo ha tre anni. Per questo i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Roma le hanno concesso, per ora, la detenzione domiciliare attraverso l’applicazione provvisoria della misura alternativa al regime carcerario, eseguita nel pomeriggio di sabato dai carabinieri del Comando stazione di Borgo Podgora del luogotenente Francesco Arpaia.
Non si tratta di un caso inedito, anzi è piuttosto comune nelle famiglie particolarmente dedite ai reati predatori, come appunto le razzie nelle case. Proprio come nella circostanza in cui vive questa donna che fa parte di un sodalizio di origine rom, gestito appunto a livello familiare, che si è stanziato da molti anni nelle campagne vicino Borgo Bainsizza, in una delle lottizzazioni ai confini tra i comuni di Latina e Cisterna, dove tra l’altro queste famiglie conducono una vita al di sopra delle loro possibilità visto che abitano in ville sfarzose, tra l’altro abusive. La donna in particolare è stata riconosciuta colpevole di vari episodi illeciti e condannata in via definitiva per i reati di reati di furto aggravato, ricettazione, furto in abitazione e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli, commessi fino all’anno 2015 nel territorio di Latina.
In realtà la ladra seriale sarebbe dovuta finire in carcere già da tempo, perché aveva accumulato una serie di condanne che richiedevano la detenzione in carcere, ma aveva sempre beneficiato dell’applicazione provvisoria della misura alternativa alla detenzione dietro le sbarre, perché l’ultimo figlio non aveva ancora raggiunto l’età minima per sostenere la reclusione insieme alla madre. Un limite, di tre anni, raggiunto di recente, quando la donna rischiava di finire dietro le sbarre. Ma alla luce della situazione familiare, particolare per il numero di figli minorenni, i giudici le hanno concesso un’ulteriore periodo di detenzione domiciliare in via provvisoria.