Il fatto
13.08.2025 - 20:33
A Latina la pazienza è finita. Il Piano Regolatore delle Antenne, strumento fondamentale per pianificare e regolamentare l’installazione di impianti e ripetitori sul territorio comunale, è fermo negli uffici da mesi senza essere approvato. Ora le associazioni ambientaliste hanno deciso di rivolgersi alla magistratura. La vicepresidente del CCE (Comuni contro Elettrosmog), Annunziata De Masi, annuncia infatti l’affidamento del caso all’avvocato Luca Sacripanti, specializzato in elettrosmog, per intraprendere un’azione legale contro il Comune. L’obiettivo è costringerlo ad adottare un documento obbligatorio per legge, che – sottolineano – è stato già completato per ben tre volte in pochi anni.
La vicenda ha radici lontane. Tra il 2021 e il 2022 la commissione ambiente allora in carica aveva elaborato un regolamento condiviso da maggioranza, opposizione e associazioni, frutto di mesi di lavoro e approvato all’unanimità. Prima delle ultime elezioni, le associazioni avevano ottenuto rassicurazioni dalla candidata sindaco Matilde Celentano sulla volontà di riprendere quel testo, per dare continuità e non sprecare il lavoro svolto. Ma dopo l’insediamento, denunciano i comitati, ogni interlocuzione si è interrotta.
Nonostante le PEC e le richieste di incontro, per mesi il regolamento è rimasto chiuso nei cassetti. A seguito di una diffida, la commissione ambiente è stata riconvocata, ma con sorpresa si è deciso di ripartire dall’articolo uno, utilizzando come base il testo redatto dalla ditta Ecoengineering, già scartato in passato perché ritenuto carente e non esaustivo. Le associazioni parlano di “ulteriore perdita di tempo” e denunciano che la nuova versione del Piano, rifatta per la terza volta, è pronta da oltre sette mesi, ma ancora non è arrivata in aula per il voto. Nel frattempo, la stessa ditta ha tentato di introdurre nuove modifiche, nuovamente contestate. «Questa è ormai una storia infinita – commenta De Masi – e Latina continua a restare senza uno strumento indispensabile. Finché non ci sarà un regolamento, chiunque può trovarsi un’antenna davanti alla finestra da un giorno all’altro. È una questione che riguarda la salute pubblica e la tutela del territorio. Non intendiamo più assistere in silenzio».
Il ricorso alle vie legali rappresenta per i comitati “l’ultima strada” dopo anni di stallo e rimpalli. L’accusa è chiara: il Comune sarebbe “fuori legge” per la mancata adozione di un piano che la normativa nazionale impone, e il perdurare dell’inerzia aprirebbe la porta a nuove installazioni indiscriminate. L’azione dell’avvocato Sacripanti punterà a ottenere un intervento immediato per sbloccare la situazione e restituire ai cittadini regole certe in un settore in cui – denunciano le associazioni – oggi regna il caos.
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