Il fatto
19.08.2025 - 14:00
La vicenda del Piano antenne del Comune di Latina si arricchisce di un nuovo capitolo polemico. Dopo le critiche del Comitato Comuni contro l’Elettrosmog (Cce), che ha annunciato azioni legali contro l’amministrazione, arriva la dura replica della società EcoEngineering S.r.l., incaricata dal Comune di redigere il regolamento.
La società, in una lunga nota inviata alla redazione, respinge al mittente le accuse della presidente del Cce, Maria De Masi, che aveva definito “carente e inadeguato” il lavoro della ditta, sostenendo che fosse stato già scartato in passato. «Si tratta di affermazioni false e diffamanti – scrive EcoEngineering – lesive non solo della nostra professionalità, ma anche delle amministrazioni che hanno affrontato seriamente il tema».
Secondo la ricostruzione fornita, il lavoro di supporto al Comune è partito nel 2020, con il coordinamento dell’ingegner Alessandro Rosa, professionista con trent’anni di esperienza nel settore. «Non ci siamo limitati alla stesura di un regolamento – sottolinea la società – ma abbiamo condotto un’analisi completa del territorio: individuazione delle sorgenti elettromagnetiche, redazione del catasto, sopralluoghi, misurazioni e un fascicolo tecnico divulgativo rivolto ai cittadini».
La prima versione del regolamento, completata nel 2021, era stata discussa e considerata pronta per l’approvazione a giugno di quell’anno. L’iter però si interruppe per le elezioni amministrative. «Per l’allora amministrazione – prosegue EcoEngineering – il testo era adeguato e in linea con le esigenze della popolazione».
Il passaggio successivo risale al 2022, quando la Commissione Ambiente elaborò una nuova bozza, introducendo ulteriori vincoli su spinta di associazioni ambientaliste. Una versione approvata in Commissione, ma mai arrivata in Consiglio comunale. «Quelle modifiche – evidenzia la società – contenevano gravi criticità. Ad esempio il divieto di installare più impianti a distanza inferiore ai 600 metri avrebbe comportato l’aumento della potenza trasmessa, con effetti sanitari potenzialmente devastanti. Ancora più paradossale l’obbligo di collocare le antenne a oltre 600 metri da abitazioni, scuole e ospedali: una misura che avrebbe lasciato gran parte delle aree urbanizzate senza copertura di rete mobile, impedendo persino le chiamate di emergenza».
Per EcoEngineering, l’attuale Commissione Ambiente ha fatto bene a ripartire da una revisione di quella bozza, «per superare norme inapplicabili e in contrasto con la giurisprudenza, come stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 206/2021, che vieta divieti generalizzati».
Non manca un affondo diretto nei confronti del Comitato: «Mentre il fascicolo divulgativo sui campi elettromagnetici, redatto per l’Ufficio Ambiente, sarà distribuito gratuitamente alla popolazione, il Cce vende il proprio materiale a 27 euro a copia».
La società ribadisce la disponibilità a collaborare con l’amministrazione, respingendo l’idea che si stia “perdendo tempo”: «Il nostro compito è aggiornare il regolamento per renderlo compatibile con le esigenze dei cittadini e con la normativa vigente. Non si tratta di un lavoro carente, ma di un processo necessario».
La polemica, intanto, rischia di rallentare ulteriormente l’iter di un regolamento atteso da anni, sul quale pesa un intreccio di esigenze sanitarie, tecniche e sociali.
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