Il fatto
30.08.2025 - 07:30
Si stringe il cerchio intorno al mandante dell’incendio. Quello che ha devastato il garage della sede distaccata degli uffici comunale di Aprilia in piazza dei Bersaglieri, era subito apparso doloso, ma con il passare delle ore si è iniziato a sospettare che si potesse trattare di un gesto orchestrato da qualcuno.
Se infatti i presunti autori materiali sono stati già individuati e denunciati, in queste ore gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Latina e i colleghi del Commissariato di Aprilia, starebbero stringendo il cerchio intorno al mandante.
Qualcuno infatti avrebbe imbeccato i due ragazzini denunciati qualche ora dopo l’allarme scattato a inizio luglio. Si tratta di due minorenni e sulla loro identità, come succede in questi casi, non emerge alcun tipo di elemento ulteriore. Non è dato sapere se si tratti quindi di ragazzini italiani o di origini straniere. E’ però molto probabile che abbiano alle spalle già alcuni episodi, di certo non della stessa gravità, ma molto simili.
Avrebbero infatti mostrato una certa “attitudine”, familiarità con inneschi e liquidi infiammabili, ed il sospetto che però resta al momento assolutamente tale, è che possano aver compiuto altri gesti del genere, magari nella periferia apriliana. Ma se i possibili precedenti potrebbero essere definiti “ragazzate” senza vere conseguenze, il rogo divampato, appiccato a due auto parcheggiate nel garage del Palazzo degli uffici comunali, non ha solo causato la chiusura degli uffici per giorni, ma avrebbe potuto portare a conseguenze davvero gravi.
La prontezza del personale che ha evacuato il municipio, e anche dei soccorritori ha evitato intossicazioni e altri problemi. Ma anche il lavoro delle squadre anti incendio ha permesso di limitare comunque i danni. La coltre di fumo nero che si è sprigionata aveva fatto temere danni decisamente più ingenti, tanto da portare a diverse verifiche strutturali da parte degli stessi vigili del fuoco e tecnici dell’Ente. Si è trattato - secondo gli investigatori - di un incendio che dietro ha un mandante. E si punta naturalmente a individuarlo, magari anche grazie alle dichiarazioni che i due ragazzini hanno rilasciato alla Procura per i minori di Roma.
Difficile immaginare che l’intento fosse quello - ottenuto - di fermare le attività degli uffici per quasi tre settimane, molto più probabile un gesto di vendetta, una ritorsione per qualcosa. Sul punto naturalmente dagli ambienti investigativi non arrivano né smentite né conferme. Si continua a lavorare senza sosta per cercare di far luce su un episodio grave, soprattutto se sarà confermato da una sentenza, che a portarlo a termine sono stati due ragazzini piuttosto lontani dalla maturità, ma già assoldabili da qualche soggetto senza scrupoli.
Elementi che dovrebbero far riflettere su alcune realtà del territorio apriliano in cui il degrado sociale arriva a tali livelli nonostante il continuo e grande sforzo delle forze dell’ordine nel cercare di garantire e favorire al contrario, la legalità, i valori sociali.
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