Era stato l’incendio più vasto e violento che si è sviluppato a Latina nell’estate del 2025, all’ingresso della città. Oltre 30 ettari in fumo e una colonna grigia in cielo visibile dal mare: da Cisterna e Aprilia. Sul rogo c’è l’ombra dei piromani e la matrice è dolosa. Quel pomeriggio, in pochissimo tempo, anche per il forte vento, il fuoco si era sviluppato su più fronti e si era reso necessario l’intervento di un elicottero della Regione che aveva compiuto oltre cinquanta lanci di acqua.
Un tratto di strada, l’ingresso nord di Latina, dalla parte di via Piave, era stato chiuso al traffico per consentire le operazioni di spegnimento durate oltre sei ore finite quando era buio. L’intervento era stato molto complesso. Diversi i mezzi schierati e che avevano cinturato via Piave, via Torre la Felce e altre strade limitrofe. A distanza di quasi un mese da quel rogo è ormai certo che la matrice sia di natura dolosa e che su questo - così come anche su altri incendi scoppiati in questa estate a Latina - ci possa essere la firma dei piromani.
E’ la conclusione a cui sono arrivati gli investigatori dei Carabinieri della Forestale che insieme al personale specializzato dei Vigili del Fuoco hanno eseguito un accurato sopralluogo dove si è sviluppato l’incendio. Era il pomeriggio dello scorso 12 luglio quando in poco tempo le fiamme avevano lambito alcune abitazioni, minacciando un distributore di benzina su via Piave e altre attività commerciali della zona. I soccorritori avevano salvato due cani all’interno di un'abitazione di legno.
Le fiamme avevano interessato anche la zona di via del Saraceno e l’intervento dell’ elicottero della Regione Lazio era stato coordinato a terra da un Dos (Direttore operazioni spegnimento). Il bilancio del rogo era stato pesantissimo. Dagli accertamenti è emerso che l’ipotesi più concreta - alla luce di una serie di elementi raccolti - è quella dolosa al momento contro ignoti.