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Il caso

Stop al progetto di ricostruzione dell'ex hotel De La Ville, approvazione rinviata

Sospensione imposta dalla modifica della legge sulla rigenerazione urbana del 30 luglio: il Comune dovrà recepire il nuovo testo

Stop al progetto di ricostruzione dell'ex hotel De La Ville, approvazione rinviata
 
Ha subito uno stop inatteso il progetto di demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione d’uso, in residenziale, dell’ex hotel De La Vile. La procedura è stata sospesa a causa dell’entrata in vigore della nuova legge regionale numero 12 dello scorso 30 luglio che modifica il testo della normativa sulla rigenerazione urbana, la numero 7 del 2017.

Il permesso di costruire rilasciato prima di Ferragosto alla società HDLV srl, che intende realizzare due palazzine residenziali al posto dell’albergo dismesso, è stato annullato l’indomani dagli stessi tecnici del Dipartimento Edilizia del Comune, in un contesto di dialogo ed estrema trasparenza con lo studio associato latinense Tecnoteam che ha curato la progettazione ed è altamente specializzato in materia di recupero edilizio. In sostanza la pratica di approvazione del progetto dovrà essere esaminata di nuovo, ma solo dopo il recepimento della nuova legge regionale da parte dell’amministrazione comunale, che ha 150 giorni di tempo per portare in Consiglio il testo varato dalla Pisana.

A onor del vero la pratica di rigenerazione urbana dell’ex hotel De la Ville era stata presentata ed esaminata positivamente prima della modifica della legge regionale, ma per una serie di circostanze è incappata in uno stop forzato. Prima di tutto perché la società costruttrice aveva presentato il progetto da promissaria acquirente e si era impegnata a definire l’acquisizione  dell’area di via Scaravelli, sulla quale sorge l’albergo dismesso, prima del rilascio del permesso di costruire. Se il trasferimento dell’immobile fosse avvenuto entro la modifica della legge regionale, il progetto sarebbe stato autorizzato in tempo prima dell’entrata in vigore del nuovo testo normativo. Invece l’atto notarile è stato ratificato all’inizio di agosto, un paio di giorni dopo l’approvazione della legge.

Anzi, la modifica legislativa della Regione prevede che le pratiche presentate prima della recente modifica possano essere approvate tenendo conto del vecchio testo, ma non nel caso dell’ex hotel De La Ville. La nuova legge del 30 luglio infatti salva le vecchie procedure, a eccezione di quelle che prevedono «mutamenti di destinazione d’uso da turistico ricettivo ad altra destinazione che restano in ogni caso sospese» si legge nel comma 2 bis inserito nell’articolo 1 della precedente legge sulla rigenerazione urbana. Una modifica, questa, inserita all’ultimo momento, che non era prevista nella bozza della nuova normativa regionale sull’edilizia.

Quindi entro quattro mesi l’amministrazione municipale dovrà comunque recepire la legge regionale del 30 luglio, con approvazione da parte del Consiglio comunale, dopo il confronto in Commissione urbanistica. Solo a quel punto la società che ha acquisito l’ex albergo potrà chiedere nuovamente il rilascio del permesso di costruire per il progetto di demolizione e ricostruzione che, attualmente, prevede la realizzazione di due palazzine gemelle con 36 appartamenti, potendo sfruttare il premio di volumetria pari al 20% per un totale di 9.600 metricubi da realizzare.

In realtà nella fase del recepimento della nuova legge regionale l’amministrazione comunale ha la possibilità di decidere se escludere alcuni ambiti territoriali o tipologie edilizie dall’applicazione della legge sulla rigenerazione urbana. Ovvero la politica potrebbe anche decidere di escludere alcuni alberghi dalla possibilità di demolire e ricostruire gli immobili esistenti praticando il cambio di destinazione d’uso, ma nel caso specifico dell’ex hotel De La Ville non è chiaro se la sospensione della procedura intesa dalla modifica della vecchia legge possa contemplare questa facoltà.

Ma soprattutto gli amministratori comunali dovranno tenere conto di altri fattori. Prima di tutto in caso di mancata conversione della destinazione d’uso in residenziale potrebbe venire meno l’interesse dell’iniziativa privata alla rigenerazione urbana, prolungando la condizione di degrado dell’ex albergo. Ma soprattutto la politica dovrebbe interrogarsi sull’attualità della destinazione turistico ricettiva di quell’area, tenendo conto che un albergo in quella zona è già fallito ed è stato acquisito dopo vari tentativi di vendita all’asta, in considerazione del fatto che non è chiaro il destino dell’attuale ospedale con la prospettiva della realizzazione di un nuovo nosocomio fuori città. Senza dimenticare che in un altro luogo, ovvero l’area di espansione del Garden Hotel di via del Lido, molto più appetibile dal punto di vista alberghiero, la precedente amministrazione aveva concesso la possibilità di realizzare un centro commerciale, tra l’altro senza mutare la destinazione d’uso.

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