Cerca

Il fatto

Ucciso dall'orsa, runner diffamato: il processo arriva a Latina

Andrea Papi era morto in Trentino, i post sui social anche di una donna di Latina

Ucciso dall'orsa, runner diffamato: il processo arriva a Latina

Arriva anche a Latina una parte del processo per diffamazione in concorso  che vede imputata una donna del capoluogo a seguito dei post ritenuti offensivi per la  morte di Andrea Papi, 26 anni, ucciso da un’ orsa nell’aprile del 2023 in Trentino. La donna, una incensurata,  era stata citata in giudizio dalla Procura di Trento e dal pm Patrizia Foiera insieme ad altri 17 imputati provenienti da tutta Italia. In base a quanto è emerso sui profili social erano stati pubblicati dei post offensivi che secondo gli inquirenti  avevano offeso la reputazione di Papi e la sua memoria.

Il giovane  era morto  mentre faceva una seduta di allenamento sul monte Peller, in Val di Sole. Nei giorni scorsi a Trento si è svolta la prima udienza predibattimentale  terminata  con la decisione del giudice che ha accolto la richiesta di un difensore di un imputato che ha sollevato l’ incompetenza territoriale del procedimento.

Nel marzo del 2024 la Procura di Trento aveva chiuso le indagini. I familiari di Papi avevano presentato una denuncia  dopo che erano stati diffusi commenti da parte di qualche utente anonimo che aveva messo in discussione la veridicità dei fatti e aveva difeso l’orsa.  I profili social  del ragazzo erano diventati il bersaglio di commenti aggressivi e violenti.

Andrea Papi era morto durante una corsa in montagna: era uscito di casa e non era più tornato. Il corpo era stato dilaniato dall’animale ed era stato ritrovato successivamente  dai soccorritori allertati dai familiari.  La famiglia di Andrea Papi aveva ritenuto di dover tutelare la memoria di Andrea richiedendo all’autorità giudiziaria l’esercizio dell’azione penale. Non è escluso che le persone offese possano presentare anche ricorso davanti ai giudici della Corte di Cassazione.

Gli haters si erano scatenati con commenti pesanti. «Insulti, minacce e dolore» aveva scritto con un post la fidanzata di Papi sui social. I familiari avevano denunciato in tutto 21 profili social e gli investigatori erano risaliti ai presunti responsabili in tutto 18  nascosti dietro nickname o profili falsi.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione