Cronaca
01.10.2025 - 21:30
Simone Mettini e Lorenzo Nucheli
Due storie diverse, due destini intrecciati dall’amore per il cielo e dalla tragedia che li ha colpiti insieme. Sono quelle del colonnello Simone Mettini, comandante del 70° Stormo di Latina, e di Lorenzo Nucheli, allievo di appena 19 anni, entrambi rimasti vittime dell’incidente aereo avvenuto il 1° ottobre nei pressi di Sabaudia.
Il velivolo T 260B dell’Aeronautica militare, su cui i due si trovavano a bordo, è precipitato all’interno del Parco nazionale del Circeo in circostanze ancora da chiarire. L’impatto non ha lasciato scampo né al comandante, né al giovane cadetto, entrambi accomunati dalla dedizione al servizio e da una passione che li aveva condotti tra le fila dell’Aeronautica.
Mettini, 48 anni, originario di Forlì e residente ad Aprilia, aveva assunto il comando del 70° Stormo nel luglio 2024. Pilota istruttore di grande esperienza, con una lunga carriera alle spalle tra attività operative e incarichi di responsabilità, era apprezzato non solo come ufficiale ma anche come uomo vicino al personale che guidava. Nel giorno del suo insediamento aveva parlato di “fiducia incondizionata” nei confronti degli uomini e delle donne dello Stormo e di una stagione di innovazione e nuove tecnologie per la formazione dei piloti italiani. La sua perdita lascia un vuoto profondo in tutta la comunità militare.
Accanto a lui, sul biposto caduto a Sabaudia, sedeva Lorenzo Nucheli, appena entrato in Aeronautica ad agosto. Originario di Serrone, in provincia di Frosinone, il ragazzo stava effettuando l’undicesimo volo del suo percorso di addestramento. Figlio di Natale Nucheli, già sindaco del paese, Lorenzo era conosciuto per la sua solarità, il senso del dovere e l’impegno nel volontariato di protezione civile. “Un giovane esempio di coraggio e generosità”, lo ha definito il sindaco di Serrone, annunciando il lutto cittadino nel giorno dei funerali.
Due generazioni, due percorsi diversi ma uniti dal sogno di volare. Oggi l’Aeronautica, le comunità di Aprilia e Serrone e l’intero Paese piangono la scomparsa di un comandante e del suo allievo, simboli di dedizione e passione per il servizio al Paese.
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