Cronaca
13.10.2025 - 12:30
Tre arresti tra Napoli e le province campane: è il risultato di una complessa e laboriosa indagine condotta dal Commissariato di P.S. di Gaeta, che ha dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare emessa dal Tribunale di Cassino nei confronti di tre individui ritenuti responsabili, in concorso tra loro, della odiosa truffa del "finto Carabiniere" ai danni di una signora anziana residente a Gaeta.
L'operazione della Polizia di Stato, sotto il coordinamento della Procura di Cassino, ha permesso di risalire agli autori di un raggiro che, sfruttando il panico e la buona fede della vittima, ha portato alla sottrazione di monili in oro e somme considerevoli di denaro tramite bonifici bancari.
La trappola telefonica L'attenzione delle Forze dell'Ordine era già alta. Il Commissariato di Gaeta aveva ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini che riferivano di chiamate telefoniche sospette provenienti da una numerazione che appariva come quella dei Carabinieri di Gaeta (il cosiddetto 'spoofing' telefonico). Nel corso di queste telefonate, i truffatori paventavano scenari drammatici, minacciando gravi conseguenze giudiziarie se non fosse intervenuto un immediato "risarcimento" o "intervento economico". Per questo motivo, era stata anche avviata una campagna informativa per allertare la popolazione.
Nonostante gli avvertimenti, una signora di Gaeta è purtroppo caduta nella rete dei malviventi. La truffa è stata orchestrata con un crescendo di menzogne per indurre l'anziana a privarsi dei suoi beni.
La messinscena per rubare i gioielli Il modus operandi, ricostruito dagli investigatori, è tipico di queste bande criminali. L'anziana signora è stata contattata telefonicamente da un uomo che si è qualificato come Carabiniere. Questi le ha comunicato che era stata "fermata una macchina" con a bordo quattro algerini, due dei quali in fuga e due in stato di arresto.
La menzogna chiave: tra gli oggetti in possesso degli arrestati era stata trovata un'agenda contenente il suo indirizzo di residenza. A scopo cautelativo e a sua "tutela", l'interlocutore la esortava a mettere al sicuro eventuali beni di valore in suo possesso. Quando l'anziana ha specificato di avere in casa solamente oggetti d’oro (collane, bracciali, ferma cravatte e altro), il finto Carabiniere ha orchestrato la mossa successiva.
Dopo poco, l'uomo ha ricontattato la vittima chiedendole di scendere in strada, dove ad attenderla ci sarebbe stato un suo "collega". L'anziana, convinta di collaborare con le Forze dell'Ordine, ha consegnato al complice i suoi preziosi.
Bonifici e danni considerevoli Il raggiro non si è fermato qui. Il giorno seguente, la vittima è stata nuovamente contattata dallo stesso sedicente Carabiniere. Questa volta, le è stato chiesto se avesse denaro depositato in banca e, ricevuta risposta affermativa, è stata esortata a recarsi presso il proprio istituto di credito. In un clima di forte pressione psicologica, l'anziana è stata indotta a effettuare ben due bonifici bancari a favore di uno degli indagati, per un valore economico totale "consideravole", come riportato dal comunicato.
Le indagini e l'individuazione degli autori Solo in un secondo momento la donna ha realizzato di essere stata vittima di un raggiro, chiedendo l'intervento della Polizia di Stato. Le indagini avviate dal Commissariato di Gaeta sono state lunghe e complesse, richiedendo accertamenti bancari, perquisizioni e, in particolare, verifiche tecniche sugli smartphone in uso ai truffatori.
Queste attività hanno permesso di individuare con certezza i tre autori dei fatti. Nello specifico, le verifiche sui cellulari hanno riscontrato comunicazioni di interesse tra i complici, permettendo di identificare:
Il promotore e organizzatore: un soggetto agli arresti domiciliari nella provincia di Benevento.
L'esecutore materiale del ritiro: un pregiudicato di Napoli, che è stato successivamente riconosciuto dalla vittima come colui che si era presentato sotto casa per prendere in consegna gli oggetti preziosi.
Un terzo complice, coinvolto nell'operazione.
Misure cautelari e trasferimenti in carcere Le risultanze investigative sono state pienamente condivise dalla Procura e dal GIP del Tribunale di Cassino, che hanno ritenuto necessarie le misure cautelari per prevenire la reiterazione dei reati: la custodia in carcere per due dei soggetti e gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per il terzo.
I tre malviventi sono stati rintracciati e tratti in arresto in provincia di Caserta, in provincia di Benevento e a Napoli dal personale del Commissariato di Gaeta. Due di loro sono stati associati presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere e la Casa Circondariale di Benevento, mentre il terzo è stato posto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.
L'appello della Polizia di Stato La Polizia di Stato torna a ribadire l’importanza della cautela, ricordando che le Forze dell’ordine non operano in questo modo e che nessuno può chiedere soldi per nessun motivo, né per 'cauzioni' né per 'risarcimenti'. In caso di dubbi su persone che si incontrano, che chiedono di entrare in casa o telefonano presentandosi come avvocati o appartenenti alle Forze dell’ordine, il consiglio è sempre lo stesso: telefonare immediatamente al Numero unico di emergenza 112 e non fornire mai informazioni personali o beni di valore.
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