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Cronaca

Antonietta Gargiulo a Verissimo: “La mia vita si è fermata quel giorno, ma vivo per le mie figlie”

A sette anni dalla strage di Cisterna, la donna racconta il dolore e la rinascita dopo la tragedia che le ha portato via Alessia e Martina.

Antonietta Gargiulo a Verissimo: “La mia vita si è fermata quel giorno, ma vivo per le mie figlie”

Antonietta Gargiulo a Verissimo

A sette anni dalla strage di Cisterna, Antonietta Gargiulo è tornata a parlare pubblicamente della sua storia. Lo ha fatto a cuore aperto, ospite della trasmissione “Verissimo” condotta da Silvia Toffanin su Canale 5, dove ha ripercorso il dolore e la rinascita dopo quella tragedia che il 28 febbraio 2018 le strappò le figlie Alessia e Martina, uccise dal padre Luigi Capasso, carabiniere che poi si tolse la vita dopo averla ferita a colpi di pistola.

«Per me il tempo si è fermato – ha raccontato – la mia vita è stata distrutta in pochi minuti. È stato difficile tornare a vivere, ma ho capito che la mia storia non poteva restare solo cronaca nera: doveva diventare un faro per altre donne».

Nell’intervista, Gargiulo ha ripercorso il lungo percorso di violenza psicologica e fisica subito in silenzio, la paura costante, il tentativo di proteggere le figlie in una quotidianità segnata dal controllo e dalle minacce. «La violenza inizia dalle parole, dai piccoli gesti che impariamo a tollerare. Io pensavo di essere io quella sbagliata, finché ho capito che la violenza non può e non deve essere la normalità».

Poi il ricordo straziante di quel 28 febbraio: l’aggressione nel garage, i colpi di pistola, la fuga disperata, il risveglio in ospedale e la scoperta della morte delle bambine. «In quei momenti ho pensato solo che dovevo vivere per loro – ha detto – perché la mia voce potesse diventare anche la loro».

Oggi Antonietta è simbolo di resilienza e impegno civile. In ogni intervento pubblico, come anche a Verissimo, rinnova il suo appello: «Raccontare è un dovere morale, per dare giustizia a chi non ha potuto salvarsi. Io vivo per Alessia e Martina, per dire a ogni donna che non è sola e che dalla violenza si può uscire, anche quando tutto sembra perduto».

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