Il fatto
13.11.2025 - 07:00
Ha trovato la luce in fondo al tunnel l’altro pomeriggio. Latina per lei è stata una salvezza. Era scossa, quasi non si rendeva conto di quello che le era accaduto, gli occhi lucidi e ancora impauriti, accanto l’interprete che traduceva il suo viaggio dell’orrore ai poliziotti che l’hanno salvata. Non ha neanche 18 anni, pensava di andare a lavorare in un ristorante in Romania come cameriera, vicino casa.
E’ finita qui a Latina, è stata minacciata e costretta a prostituirsi. Sara, il nome è di fantasia per tutelare la sua privacy, è la vittima di una storia che mette i brividi.
Quel viaggio poteva essere di sola andata. Dalla Romania all’Italia, fino a Messina e poi il risveglio a Latina dove è riuscita a scappare, a dare l’allarme e a fuggire per sempre dai suoi aguzzini che sono stati arrestati. Un uomo e una donna sono stati fermati, portati in Questura e sottoposti a fermo indiziato di delitto.
I reati contestati nell’operazione lampo condotta dagli agenti della Questura di Latina con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e il coordinamento della Procura sono diversi: sequestro di persona, riduzione in schiavitù, tratta di persone, induzione e favoreggiamento alla prostituzione, stato di incapacità procurato mediante violenza e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
E’ sul web che la giovane finisce in trappola, viene adescata con i social network, l’esca è semplice, un’offerta allettante e anche fin troppo vantaggiosa: un lavoro come cameriera in un’altra città della Romania. «Vieni con noi, non ti preoccupare, fidati», le dicono. E’ durante il viaggio che alla ragazza - in base a quanto raccolto dagli investigatori - l’uomo e la donna offrono una sigaretta: un paio di boccate e la minore finisce in uno stato di semi incoscienza, si addormenta. Quando si sveglia non capisce più niente, pensa ad un incubo, intuisce di essere lontano da casa e dalla Romania, non può chiamare, non ha più niente: documenti, telefono, è come se avesse perso anche la sua identità. E’ sola.
Secondo il suo racconto offerto agli investigatori viene costretta a prostituirsi sotto la minaccia di ritorsioni. I due la costringono a scattare foto hard che finiscono su alcuni siti dedicati agli incontri. Sara adesso ha capito che non può muoversi e non ha più libertà. E’ come se fosse in una prigione, zero contatti con l’esterno, è controllata, monitorata.
Riesce a trovare la forza di scappare e chiamare il Consolato Generale della Romania. L’altro pomeriggio quando scatta l’allarme gli agenti della Squadra Mobile di Latina piombano insieme ai colleghi della Squadra Volante a poca distanza dalla stazione ferroviaria di Latina Scalo, Sara è lì, l’incubo è passato, riceve assistenza, conforto e racconta la sua storia.
In poco tempo gli investigatori sono riusciti a risalire all’appartamento dove la giovane è stata sequestrata in una zona centrale della città. I poliziotti recuperano anche i telefoni cellulari e altri strumenti utilizzati per controllare la vittima.
«L’attività investigativa - fa sapere la Questura di Latina in una nota - ha inoltre permesso di raccogliere elementi utili all’identificazione dei presunti responsabili. Sono tuttora in corso approfondimenti investigativi volti ad individuare ulteriori responsabilità e a ricostruire l’accaduto».
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