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Cronaca

Minacce di Cha Cha dal carcere, acquisite testimonianze e perizie sulle lettere

Nuova udienza nel processo a carico di Costantino Di Silvio per le missive inviate a un commerciante già vittima di estorsione e a una donna. Per l'accusa ha usato il metodo mafioso

Minacce di Cha Cha dal carcere, acquisite testimonianze e perizie sulle lettere

Stamattina davanti al collegio penale del Tribunale di Latina composto dai giudici Mario La Rosa, Paolo Romano e Francesca Zani si è celebrata una nuova udienza del processo a carico di Costantino Di Silvio detto Cha Cha, latinense di 57 anni imputato di minaccia aggravata dal metodo mafioso. La vicenda è quella relativa alle lettere che Cha Cha aveva inviato dal carcere, mentre scontava la condanna a dieci anni di reclusione per il processo Don't touch, a un commerciante del centro di Latina già vittima di estorsione e a una donna, che si era appena separata dal marito, quest'ultimo amico e in passato sodale dell'imputato.


Missive che, secondo la pubblica accusa, sostenuta dal pubblico ministero della Dda di Roma, Margherita Pinto, contenevano gravi minacce aggravate dal metodo mafioso, ovvero dalla capacità di intimidazione che Costantino Di Silvio, difeso dagli avvocati Angelo Palmieri, Gaetano Marino e Massimo Frisetti, sarebbe in grado di esercitare dall'alto della sua esperienza criminale, essendo ritenuto il capo carismatico del sodalizio criminale gestito dai nipoti Angelo e Salvatore Travali. Minacce che in uno dei due casi erano state avvalorate anche da successivi messaggi su WhatsApp.


Nel corso dell'udienza la pubblica accusa ha depositato le testimonianze delle due parti offese, che per questa ragione non sono state ascoltate in aula. E ha depositato anche le consulenze tecniche effettuate sulle lettere per provare che fossero state scritte proprio da Cha Cha, vale a dire la perizia genetica effettuata dalla Polizia Scientifica che ha consentito di analizzare le tracce organiche lasciate dall'autore sulla carta, e le perizie grafologiche che hanno analizzato il contenuto delle lettere per compararlo alla scrittura dell'imputato.
Inoltre il pubblico ministero ha chiesto di acquisire agli atti del processo anche le sentenze dei processi Alba Pontina, a carico della famiglia di Armando "Lallà" Di Silvio, e Movida, una costola dell'inchiesta Scarface sulla famiglia di Giuseppe "Romolo" Di Silvio, ma anche di altri processi che hanno portato alle condanne di Maria Grazia Di Silvio e Angelo Travali. Tutte sentenze, queste, che non hanno interessato direttamente Costantino Di Silvio, ma che secondo la pubblica accusa sono utili a provare la capacità di intimidazione di Cha Cha. Su questa richiesta però i difensori dell'imputato si sono opposti.


In aula era presente anche lo stesso Costantino Di Silvio, che potrebbe essere ascoltato in occasione della prossima udienza fissata per il prossimo 4 dicembre, attualmente libero avendo scontato interamente la pena di dieci anni per il processo Don't touch. Attualmente è comunque sottoposto alla sorveglianza speciale che gli vieta di frequentare pregiudicati e di uscire di casa nelle ore notturne, ma anche di lasciare il comune di residenza. Nel frattempo è stato condannato in primo grado a otto anni e quattro mesi di reclusione nell'ambito del processo Reset, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, ma la sentenza non è ancora passata in giudicato.

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