Il fatto
30.12.2025 - 07:00
Com’era emerso fin dalle prime ore, gli ultimi due attentati esplosivi hanno colpito persone che non sembrano avere collegamenti con le vittime o gli ambienti criminali coinvolti nei precedenti episodi caratterizzati dall’esplosione di bombe carta o potenti ordigni a scopo intimidatorio. E soprattutto gli ultimi due fatti non sono collegati tra loro. Lo ha sottolineato ieri il dirigente superiore Fausto Vinci, questore di Latina, in occasione della conferenza stampa indetta per esporre il bilancio dell’attività della Polizia di Stato nell’ultimo anno in provincia di Latina, sbilanciandosi anche nell’aggiungere che, stando alle prime ipotesi investigative, i destinatari delle intimidazioni di sabato e domenica non hanno collegamenti con lo spaccio di droga e non si intravedono interessi della criminalità organizzata dietro alla mano degli attentatori.
Allo stato attuale gli investigatori della Squadra Mobile lavorano a due indagini distinte per i più recenti attentati, che non sembrano intersecarsi con i fatti precedenti. Con le ultime, di bombe ne sono esplose in tutto nove a Latina a partire dall’inizio di maggio, vale a dire in meno di sette mesi, ma solo alcune di esse sarebbero tra loro collegabili, come le vicende di settembre legate allo scontro tra la fazione di trafficanti di droga che controllava la piazza di spaccio dei palazzi Arlecchino, interamente sgominata da una serie di arresti, e un sodalizio contrapposto, che si sarebbero scontrati anche a suon di minacce armate e pestaggi come dimostrazioni di forza.
Insomma, secondo gli investigatori gli ultimi episodi sono diretti a colpire i singoli soggetti, pe questioni però ancora in fase di ricostruzione da parte della Polizia. Poco prima dell’alba di sabato una bomba carta aveva distrutto l’auto di un imbianchino romeno di 45 anni, in sosta lungo via Corridoni nel quartiere popolare Nicolosi. La notte successiva, una decina di minuti prima delle ore 2, un altro ordigno era stato piazzato all’ingresso di un appartamento di uno stabile in via Faggiana dove vive un cuoco di 47 anni. Entrambi i soggetti conducono vite modeste, ma devono avere attirato le inamicizie di qualcuno che ha deciso di colpirli in maniera eclatante.
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