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Tra il fallimento e il cambio di interlocutore, il nodo che blocca la trattativa sul Mof

Tentativi in corso per salvare la società, nel frattempo le associazioni categoria hanno chiesto un incontro in Regione

Tra il fallimento e il cambio di interlocutore, il nodo che blocca la trattativa sul Mof

Fallimento o cambio dell'interlocutore. Non è un diktat formale ma, ora è chiaro, è il nocciolo che blocca la trattativa sul salvataggio della società Mof e dunque di una delle più grandi strutture di distribuzione agroalimentare d'Italia. Dalla riunione straordinaria tra l'amministratore delegato, Enzo Addessi, e le associazioni di categoria è emersa la necessità di riaprire il dialogo tra il Governatore Zingaretti e i vertici del Mof, bloccato praticamente da agosto del 2016.
In realtà la diffidenza tra la Pisana e la struttura di Fondi è palpabile da anni e per questo si profila la possibilità che d'ora in avanti i fili possano essere riannodati da una sorta di gruppo di garanzia che includa i rappresentanti delle categorie, anziché l'amministratore delegato Enzo Addessi.
Per ora è solo un'ipotesi e nel frattempo tutte le associazioni (Assomercati, Coldiretti, Cia, Lega coop, Confcommercio, Confartigianato) hanno chiesto di essere ricevute dall'assessore all'agricoltura e dal Presidente Zingaretti per «avviare un percorso in grado di salvare il Mof».
Perché di salvezza si tratta visti i conti.
La Mof spa ha necessità di essere capitalizzata per 30,8 milioni di euro, come previsto dal piano analizzato già nel secondo semestre dello scorso anno e riservato ai soci Regione Lazio e consorzio degli operatori, Euromof.
In specie la Regione dovrebbe versare 11,7 milioni di euro per la conversione dei crediti determinati dal lodo per i canoni di concessione del vecchio immobile; invece il consorzio degli operatori riuniti in Euromof dovrebbe versare 19,1 milioni di euro che sono la somma degli apporti effettivi già messi nella vecchia società e nuovi conferimenti da versare fino al 2025.
Infatti la capitalizzazione è parte integrante del piano industriale di rilancio e sviluppo della struttura economica Mof per il periodo compreso tra il 2017 e il 2025.
Sin qui i numeri che erano stabiliti in una sorta di accordo preliminare di agosto 2016, cui però non è stata data esecuzione.
Anzi il 29 marzo nel corso dell'assemblea dei soci di Mof spa, il socio Regione Lazio, come da delibera di Giunta, ha espresso voto sfavorevole sul bilancio e intimato il consiglio di amministrazione di Mof ad attivare le procedure previste dalla legge fallimentare, che tradotto significa portare i libri in Tribunale e aspettare la fissazione dell'udienza pre fallimentare o la presentazione di un piano concordatario per pagare i debiti.
Quest'ultimo percorso include l'accertamento di responsabilità penali sui debiti e sulla mancata «protezione» del bilancio della società.
Inoltre sotto il profilo pratico ciò si tradurrebbe nel mancato rilancio della struttura e della rete di vendita, quindi in un blocco dell'attività con effetti molto più pesanti del mancato reperimento dei 30 milioni di euro necessari alla capitalizzazione.

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