Si è fatto accompagnare al pronto soccorso dell'Icot con un proiettile d'arma da fuoco infilato nella gamba e ha fornito una versione dei fatti superficiale. I carabinieri della Compagnia di Latina indagano sul ferimento di S.V.C., cittadino romeno di trentasei anni che da oltre un decennio abita a Latina, un volto noto alle forze dell'ordine per una serie di reati legati ai furti con scasso.
Le indagini sono scattate venerdì sera quando il personale medico dell'ospedale ortopedico di via Faggiana ha allertato la centrale operativa del 112 al momento del ricovero del paziente ferito, non in maniera grave, dal colpo d'arma da fuoco. Una volta estratta l'ogiva e conclusa la medicazione, il ferito è stato ascoltato dagli investigatori dei carabinieri. Ma l'uomo non sarebbe stato in grado di riferire chi lo ha colpito: si è limitato a dire che nel pomeriggio, intorno alle ore quindici, percorreva a piedi via Marchiafava nel quartiere popolare "Nicolosi" quando è stato colpito dal proiettile all'altezza del gluteo. Insomma, era di spalle e non ha visto niente, ma non ha saputo riferire neppure chi possa avercela con lui al punto di compiere un gesto simile.
Una versione dei fatti che non convince assolutamente gli investigatori, da venerdì sera al lavoro per raccogliere elementi utili a ricostruire l'accaduto in attesa degli accertamenti disposti per capire che tipo di arma ha fatto fuoco. Un lavoro tutt'altro che facile se si considera che, nella zona indicata dalla vittima, non sono presenti impianti di video sorveglianza e pare che non ci siano testimoni pronti a descrivere i fatti in maniera dettagliata visto che, tra l'altro, nessuno ha segnalato il colpo d'arma da fuoco ai numeri di emergenza.
Scavando nei giorni precedenti al ferimento i detective hanno trovato uno spunto utile alle indagini. Vale a dire un'accesa lite scoppiata in strada, proprio al Nicolosi mercoledì sera in via Marchiafava, che aveva richiamato l'attenzione dei residenti al punto di spingere qualcuno ad allertare la centrale operativa del 113: in quel caso erano stati i poliziotti della Squadra Volante a intervenire identificando i presenti, tra i quali proprio l'uomo. Non è ancora chiaro se i due fatti siano collegati, ma sembrano essere la prova che alcuni ambienti della comunità romena stiano vivendo un momento di particolare fermento. E non si tratta neppure del primo segnale percepito dagli investigatori: all'inizio del mese di aprile, nel giro di una notte, erano stati messi a segno due attentati incendiari in zone diverse della città ai danni di due famiglie romene legate tra loro sia per amicizia che questioni di lavoro. Anche in quel caso una delle vittime aveva avuto a che fare con la legge per furto.
Gli investigatori lavorano per capire se tutti questi tasselli facciano parte dello stesso puzzle.