Sessanta giorni di tempo per provvedere all'esame di un'istanza presentata all'ente il primo giugno dell'anno scorso, con conseguente impegno a esprimere un parere favorevole o contrario.
È questo quanto sentenziato dai giudici del Tar del Lazio - Seconda sezione quater di Roma - che sono entrati nel merito di un ricorso promosso dalla "Colle Fiorito Varrone srl", società che ha presentato un piano di lottizzazione convenzionata da realizzare su un terreno ubicato fra via Augusto Imperatore e via Varrone, nel territorio pometino.
In particolare, i giudici amministrativi hanno ricordato che sussiste l'obbligo - da parte del Comune - di pronunciarsi sulle istanze presentate entro il termine di trenta giorni.
"Nel caso di specie - si legge nella sentenza - rispetto all'istanza presentata il primo giugno 2016, il termine di trenta giorni è ampiamente decorso e il presente ricorso risulta tempestivamente proposto".
Da par suo, il legale dell'ente - l'avvocato Luigi Leoncilli - ha contestato la fondatezza del ricorso e ha evidenziato, a sua detta, che il Comune non è rimasto inerte ma ha chiesto alla Regione Lazio un parere lo scorso 24 gennaio relativo all'effettiva destinazione urbanistica dell'area oggetto del piano.
I giudici, però, hanno chiarito che l'inerzia dell'amministrazione "non può dirsi cessata a seguito della richiesta di parere alla Regione", in quanto il Comune resta competente nell'adozione del provvedimento espresso.
In tal senso, il Tar ha ribadito che il municipio ha l'obbligo di concludere il procedimento producendo un atto che dovrà esprimere la valutazione positiva o negativa rispetto all'istanza.
Dunque, il ricorso della società è stato accolto e, dal giorno della notifica o della comunicazione amministrativa della sentenza, il Comune ha due mesi di tempo per rispondere all'istanza presentata in merito al suddetto piano di lottizzazione.