La mano dell'uomo continua a "minacciare" Torre Astura e il suo ecosistema naturale che, da secoli, caratterizza uno dei più bei tratti del litorale laziale.
Lungo le spiagge e sul fondale marino dell'area compresa fra i Comuni di Latina e Nettuno, ricadente nel perimetro dell'Uttat (il Poligono militare, ndr), sono presenti centinaia - forse migliaia - di rifiuti, soprattutto consistenti in materiali plastici, che rappresentano una vera e propria minaccia soprattutto per le specie che vivono in mare e sulla spiaggia.
Il grido d'allarme, nelle ultime ore, è stato lanciato da Sara Cannavò, una giovane cittadina preoccupata nonché studentessa di Scienze biologiche.
«Torre Astura è una località dal fascino selvaggio e incontaminato, caratterizzata da un litorale con dune sabbiose e fittissima macchia arborea alle spalle - ha spiegato nella lettera che ha inviato anche ai ministeri della Difesa e dell'Ambiente, oltre che alla Prefettura di Roma e al sindaco di Nettuno - Si estende nell'unico tratto costiero non cementificato della zona. Luogo incantevole, rifugio sicuro e da sempre sorprendente per gli amanti della natura e del mare, della pesca e dell'esplorazione subacquea».
E proprio sott'acqua, come si evince dalle foto che la studentessa ha inviato, si nascondono le insidie più gravi. «Anno dopo anno ho potuto constatare - ha aggiunto Sara Cannavò - una drastica e progressiva riduzione della popolosità sottomarina, della biodiversità animale e vegetale, con riferimento in particolar modo alle diverse specie di alghe, crostacei e molluschi, essendo organismi immobili e sedentari. Sebbene negli anni passati alcuni volontari, la onlus ‘Nati 2 Volte' e molte associazioni ambientaliste si siano dedicati con entusiasmo alla pulizia della spiaggia e in parte della pineta retrostante, i più svariati e singolari tipi di rifiuti sono tutt'oggi ‘apprezzabili' sui fondali marini e lungo il litorale costiero, in particolar modo in prossimità della Torre».
Una situazione molto preoccupante, dunque, per la quale serve una soluzione che possa evitare la compromissione dell'area costiera. L'idea lanciata dalla giovane studentessa alle Istituzioni è innovativa: «È necessario un forte intervento di decontaminazione e risanamento non occasionale e non solo volontaristico - ha concluso Sara Cannavò - ed è per questo che è fondamentale il coinvolgimento delle Istituzioni. Perché dunque non pensare alle centinaia di migranti che l'Italia ospita e che rappresentano un costo per la nazione e per la Comunità Europea? Perché non coinvolgerli in lavori socialmente utili ricavando incommensurabili benefici, dando loro nuova dignità e aiutandoli nell'integrazione sociale nella nostra splendida Italia?»
Ora la "palla" passa ad altri: l'importante, però, è che si trovi un sistema che possa garantire un futuro ecosostenibile per Torre Astura, con i visitatori - sia quelli che arrivano via terra, sia coloro che la raggiungono via mare - che dovranno essere più coscienti quando raggiungeranno questo importante sito storico, archeologico e naturalistico.