«Nessun raid punitivo». La versione dei cinque buttafuori, fermati dalla Procura di Roma con l'accusa di omicidio volontario per la morte di Giuseppe Galvagno, avvenuta all'esterno di un locale a Roma Eur, è stata coerente. I cinque indagati, tra cui anche un 32enne di Anzio, sono stati ascoltati nel carcere romano di Regina Coeli dal giudice per le indagini preliminari Maddalena Cipriani per la convalida del fermo disposto dal pm. M.M., queste le iniziali del 32enne, residente ad Anzio, ha risposto alle domande del giudice, assistito dall'avvocato Daniela Folliero e ha ribadito che quando sono avvenuti i fatti non era presente sulla scena e si trovava in un'altra postazione: all'interno, subito dopo l'ingresso dove vengono mostrati i biglietti. L'uomo inoltre ha aggiunto che non sa niente e l'unica cosa che ha visto sono stati i due colleghi che portavano Galvagno fuori dal locale e ha ribadito che era lontano dalla scena dove poi si è consumata l'aggressione. Nelle prossime ore il magistrato scioglierà la riserva sulla richiesta di scarcerazione presentata dal legale che assiste il 32enne.