A raccontare le botte che subiva la mamma è stato uno dei figli di Gloria, la donna di 23 anni di Frosinone morta lo scorso 23 agosto a Prossedi. Le indagini dei carabinieri, anche con il supporto di intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di «riscrivere» la storia personale di Gloria Pompili, costretta a prostituirsi per portare avanti la famiglia. Costretta a subire minacce e umiliazioni nel nome di un matrimonio di facciata per continuare a vivere ma riuscendo a mantenere integra la sua dignità di madre. L'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Luigia Spinelli ha permesso di ricostruire nel dettaglio tutti i fatti, a partire dal giorno della morte quando Gloria il 23 agosto scorso viene ripresa da una telecamera di sorveglianza ad un bar di Anzio dove compra una lattina di Coca Cola e un panino. C'è un passaggio che è stato analizzato quando ad un certo punto si tocca un fianco, come se avesse un dolore molto forte ed è il segnale che era stata picchiata.
Quel frame sembra rappresentare, poche ore prima della morte di Gloria, un passaggio cruciale. La ragazza era stata aggredita in passato, anche alcuni giorni prima della sua scomparsa. Lo scorso 15 agosto aveva dei lividi sul corpo a causa delle percosse subite. E' un particolare che ha riferito la zia che è stata arrestata con l'accusa di omicidio. Loide Del Prete ha negato le accuse dicendo che non ha mai picchiato la nipote ma gli accertamenti degli inquirenti sono stati di ben altra natura.

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (sabato 23 settembre)