Nei mesi scorsi una maestra di Anzio era finita nell'occhio del ciclone per un'indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Roma, partita dopo la denuncia alla polizia sporta dai genitori di alcuni alunni di una scuola della periferia capitolina: in particolare, si sosteneva che la donna avrebbe lasciato visionare sui computer della scuola alcuni filmini pornografici ad alcuni alunni della quinta elementare. L'indagine, con la quale si ipotizzava la corruzione di minore, aveva portato al sequestro di due pc dell'istituto e all'iscrizione dell'insegnante di Anzio nel registro degli indagati.

La maestra, però, si è sempre professata innocente: tra le altre cose, ha anche specificato - attraverso il suo avvocato, Maria Antonietta Cestra, del foro di Latina - che non era al corrente di una connessione a internet dei pc della scuola e dell'assenza di filtri nella navigazione sul web, per la cui circostanza - fra l'altro - non avrebbe potuto essere responsabile.

Tra l'altro, subito dopo l'apertura dell'indagine, la maestra venne sospesa dal servizio.

Nel corso dei mesi, però, la situazione è mutata e, dopo la chiusura delle indagini, il pm di Roma ha chiesto l'archiviazione della posizione dell'insegnante. Il gip, dal canto suo, ha accolto la richiesta e ha disposto anche la restituzione del pc utilizzato.