Dubbi sulla qualità dei rifiuti trattati dalla Rida Ambiente e da questa conferiti in discarica. A contestare alcuni aspetti della lavorazione del prodotto conferito in discarica dalla Rida, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Gaia Pernarella forte, questa volta, della relazione sottoscritta dall'Arpa Lazio dopo il nuovo sopralluogo di luglio 2017. Sopralluogo che, dopo quello eseguito dallo stesso ente nel dicembre 2016 e che aveva evidenziato forti anomalie dell'indice respirometrico, pur certificando un rientro nella norma dei paramentri, conferma le criticità sulla qualità del rifiuti in uscita.
«Nel caso di Rida Ambiente – spiega Gaia Pernarella - un sopralluogo dell'Arpa nel novembre 2016 condusse alla certificazione del mancato rispetto dei limiti di legge relativamente all'indice respirometrico del rifiuto in uscita dall'impianto. Rida Ambiente si rivolse al Tar del Lazio che dispose una nuovo controllo in contraddittorio svoltosi a luglio 2017 e i cui esiti abbiamo potuto verificare attraverso l'ultimo accesso agli atti. Ne è emerso che seppure l'indice respirometrico questa volta rientrasse nei limiti di legge, Arpa Lazio osserva che il campione prelevato non può essere confrontato a quello del novembre 2016, anche perchè il blocco prolungato della biocella 3 e la lunga permanenza all'interno delle zone di trattamento del rifiuto, ‘ha condizionato in difetto il valore di indice respirometrico ottenuto'. C'è di più. Stando alla relazione dell'Arpa Lazio e del'Arpa Toscana - cui la consigliera grilina fa riferimento - ‘Il rifiuto appariva estremamente eterogeneo e nella massa erano facilmente riconoscibili bottiglie di plastica, scarpe, pezzi di legno e di tubo, indumenti etc.'». Continuando a leggere la relazione si fa riferimento alla «presenza nella frazione organica di componenti non degradate (feci di cane ancora nel sacchetto compostabile integro), che pone dubbi sull'avvenuto trattamento del rifiuto urbano in questione, ovvero che la ditta Rida Ambiente l'abbia effettivamente sottoposto al trattamento previsto prima del conferimento dei rifiuti presso la discarica gestita dalla società Belvedere. Tutto questo – prosegue la Pernarella – non lo dice il M5S, che pure aveva subodorato che qualcosa non andava per il verso migliore, ma a mettere nero su bianco uno stato di fatto a nostro parere gravissimo è stato il direttore della Sezione Arpa Lazio chiamato a eseguire gli adempimenti richiesti dal Tar. Il tutto, scrive il direttore, ‘in assenza di alcuna utile collaborazione da parte della Società', dopo aver aggiunto poco prima che ‘la società non ha fornito risposta ai quesiti della scrivente Agenzia, rifiutandosi di dichiarare l'operazione di gestione cui il rifiuto in oggetto era stato sottoposto, il codice attribuito al rifiuto, e la destinazione dello stesso, rimandando esclusivamente a quanto riportato dal Decreto del Tar del Lazio, lasciando irrisolte le richieste sollevate da Arpa Lazio'. Tutto - conclude la consigliera - sicuramente legittimo da parte di una società privata che si vede chiamata in un procedimento amministrativo ma a nostro parere controproducente considerato che questo privato eroga un servizio pubblico fondamentale».
Rida, i dubbi certificati dall’Arpa: la relazione sugli impianti del Lazio
Aprilia - «La presenza nella frazione organica di componenti non degradate pone dubbi sull’avvenuto trattamento del rifiuto»