Una lettera appello alla Regione Lazio per chiedere interventi urgenti per quel che riguarda lo smaltimento della frazione organica dei rifiuti dopo il doppio intervento della magistratura sugli impianti Sep di Pontinia e ex Kyklos (oggi Acea Ambiente) di Aprilia. A firmarlo sono 19 sindaci della provincia pontina, tra cui quello di Latina Damiano Coletta. Gli amministratori chiedono aiuto alla Regione Lazio perché quella che si sta verificando in provincia ha i tratti della vera e propria emergenza. Se non ci saranno interventi immediati il rischio è di non sapere più dove conferire la frazione organica di rifiuti per il compostaggio.
La doppia chiusura dei due impianti di compostaggio sta «imponendo da un lato la spasmodica ricerca di altri impianti fuori Regione dove realizzare lo smaltimento, dall'altro si stanno determinando imprevisti costi aggiuntivi per le nostre casse comunali; costi che ormai si sono raddoppiati rispetto a quelli precedentemente programmati e inseriti in tariffa - si legge nella lettera alla Regione Lazio - Questa situazione di fatto sta annullando e se persiste annullerà, i vantaggi economici ed ambientale che la Regione Lazio intende perseguire coi bandi per favorire il compostaggio. Coraggiosamente la Regione, con tale bando, ha messo in campo per il triennio 2017-2019 significative risorse per far acquisire ai Comuni, tra l'altro, "impianti di compostaggio della frazione organica biodegradabile dei rifiuti urbani, utile alla produzione di compost, per consentirne il susseguente utilizzo da parte delle utenze conferenti, recuperare energia rinnovabile e diminuire i rifiuti urbani residui da trattare e smaltire».
I sindaci precisano che «non è nostra intenzione mettere in discussione le iniziative e i provvedimenti della magistratura (che rispettiamo e facciamo nostre) è di tutta evidenza comunque che la situazione venutasi a creare con la chiusura forzosa dei suddetti impianti, sta costringendo le nostre Amministrazioni ad un esborso economico che potrebbe vanificare, se non addirittura compromettere durevolmente, i vantaggi potenzialmente derivabili dall'approvazione dei progetti presentati anche da altre Amministrazioni, in risposta al medesimo bando». Dunque, secondo i 19 sindaci pontini, è necessario «istituire subito un tavolo tecnico-operativo a livello regionale che metta in campo le soluzioni di smaltimento individuabili a breve termine ed al minor costo possibile; Contributo "una tantum" della Regione a sostegno dei costi aggiuntivi in essere (le risorse potrebbero essere reperite, in ipotesi, tra somme che sono state messe a disposizione per il Bando e che sono risultate eccedenti rispetto ai progetti presentati); Autorizzazione in deroga a conferire presso altri impianti di compostaggio esistenti nella Regione Lazio per un tempo limitato (tre mesi) che permetta una definizione dell'eventuale riapertura degli impianti posti sotto sequestro; Ipotesi di normativa specifica e di incentivazione a breve termine di smaltimenti attraverso macchine dissipatrici e disseccanti della frazione organica, in grado di eliminare buona parte del peso (costituito in gran parte da acqua) nei medesimi rifiuti. Discutere la possibile costituzione di una futura Ato per il compostaggio tra comuni omogenei ed interessati, per l'abbattimento dei costi di conferimento e una garantita gestione degli impianti stessi».