La società Terme di Fogliano non doveva fallire. Questo sosterrà il Comune di Latina con i suoi avvocati, carte alla mano, nell'udienza di giugno in Corte d'Appello in cui si discuterà il reclamo dell'amministrazione Coletta contro la sentenza di fallimento. Il tribunale nel dispositivo di dicembre scorso ha decretato che «...a prescindere da ogni considerazione, non vi sono dubbi che il patrimonio della società sia insufficiente per fronteggiare i debiti». Alla base della decisione ovviamente l'insolvenza dichiarata a fronte di una stima del valore del bene di 6,9 milioni: questa era la valutazione economica attribuita dal Ctu del Tribunale al patrimonio della Terme di Fogliano spa, una cifra troppo bassa per fronteggiare il debito di 9 milioni maturato con Condotte. E proprio qui si incentrerà la contestazione del Comune perché l'amministrazione ritiene questa valutazione non congrua, come aveva già sostenuto di fronte al tribunale in fase pre fallimentare. «La nostra valutazione è stata un'altra – spiega l'assessore al bilancio e alle società partecipate Giulio Capirci – la stima fatta per procedere alla alienazione era quella di Quattrocciocchi, nostro consulente tecnico di parte nel procedimento fallimentare, che ha sostenuto questa tesi con il liquidatore. Queste valutazioni saranno ribadite e supportate anche a giugno».
L'ultima valutazione dei beni materiali e immateriali - chiesta dal liquidatore - era stata fatta dal professor Bernardino Quattrociocchi e stimava un valore di circa 30 milioni di euro, di cui 17 milioni di euro solo di terreni. A questa cifra però andranno detratti i debiti, circa 7,5 milioni che spa e Comune devono a Condotte e i 2,1 milioni di euro di Ici non pagati dal 2010 al Comune.L'offerta degli arabi ammontava a 15 milioni, giusto per avere una idea. Capirci ricorda anche che l'amministrazione aveva votato a ottobre scorso in Consiglio il piano di razionalizzazione e revisione straordinarie delle partecipazioni dell'ente. Sia per Terme che la Società logistica merci il Comune aveva fissato il termine per la liquidazione al 30 settembre, indicando la modalità della cessione delle quote all'asta attraverso la valorizzazione e la vendita di vari asset legati al patrimonio di queste due proprietà. La soluzione sembrava vicina, ma la tegola del fallimento è arrivata a bloccare ogni ambizione. Pochi giorni prima della sentenza il Comune stesso aveva chiesto al Tribunale l'opportunità della concessione di un termine dilatorio per consentire di completare l'iter sulla destinazione urbanistica dell'area interessata dalle terme, per poter cedere quei terreni al prezzo più vantaggioso e salvaguardare gli interessi della comunità. Tutto vano, ora l'ente dovrà far valere i suoi diritti contro il fallimento: una partita complicata ma non impossibile, tutta da giocare.
Il fatto
Terme di Fogliano, ora la battaglia si gioca sui conti
Latina - Decretato un valore di 6,9 milioni, per Quattrociocchi solo i terreni valevano 17 milioni