Giorgio Giusfredi lancia ufficialmente la sua candidatura a sindaco di Aprilia. Ieri mattina, nella sala conferenza dell'Aprilia Sporting Village, l'ex dirigente dell'istituto comprensivo Pascoli (conosciuto in città anche per le sue precedenti esperienze alla Gramsci e alla Matteotti) ha presentato la sua proposta politica, un progetto a detta dello stesso candidato «completamente nuovo», lontano dalla logica dei vecchi schieramenti. «Chi parlerà con me, deve sapere che sto dall'unico partito che riconosco: il partito dei cittadini. Dobbiamo riappropiarci della politica, che è una cosa nobile se fatta nel modo giusto. Bisogna saper ascoltare e non promettere cose irrealizzabili, non avrò paura di dire qualche ‘no' anche se questo vorrà dire perdere per strada qualche voto». Nel suo intervento sottolineato l'importanza di ritrovare una «cultura politica», lontana dagli slogan elettorali e dalle polemiche a ogni costo. «Sono per una politica che ha voglia di realizzare qualcosa e non contro qualcuno. Una cultura che va tradotta - continua - principalmente nella difesa del territorio».

Nella platea, oltre a tanti cittadini, rappresentanti di associazioni e di comitati di quartieri e una larga fetta del mondo politico. A riprova di un interesse trasversale verso questa candidatura, non limitato al campo del centrosinistra. Un interesse che Giusfredi non nega, sottolineando un concetto chiaro: a determinare le alleanze e i compagni di viaggio in questa avventura sarà lui. «In questo momento io costruisco una mia lista e un mio programma. Ho avuto contatti - afferma - con alcune forze politiche, prevalentemente con il Pd ma anche con altre forze. Punto a presentare sei liste civiche. Sono democratico, ma per una democrazia pilotata, perché l'importante è ascoltare tutti, ma l'ascoltare tutti non può non pregiudicare la decisione. La politica è l'arte del compromesso che deve garantire migliore qualità con la quantità. Non guardo i voti per i voti, ma so di non poter fare solo un discorso di qualità. Una cosa è certa: non ho interessi personali, ma ho una mia linea di confine che è quella del compromesso corretto. Se si dovesse superare questa linea, li mando tutti a casa».
Un progetto che potrebbe raccogliere consensi soprattutto tra i delusi della giunta Terra, tra gli elettori che in passato avevano sognato un cambiamento con la coalizione civica. Ed è probabilmente questo il punto dell'intervento che strappato gli applausi più convinti. «Nel 2009 ho sostenuto Domenico D'Alessio come sindaco, perché la situazione - dice - che si era creata andava cambiata, c'era un voglia di riscatto contro quella fase c'era una voglia di riscatto con i movimento contro la Turbogas e per l'acqua pubblica. Ma oggi quell'esperienza è conclusa».  L'ex preside è convinto che ci sia bisogno di una migliore programmazione per migliorare la vivibilità della città. «I progetti per realizzare discariche vanno respinti con forza. I borghi sono una cosa a sé rispetto al centro. Il quartiere Toscanini si sente addirittura periferico. E' necessario intervenire con i consorzi e i comitati di quartiere per rendere vivibili le borgate ma tutti devono sapere che i soldi a disposizione sono pochi. È ormai urgente iniziare a programmare. Per questo credo che sia importante istituire un capitolo di bilancio sulle borgate, un fondo che permetta di mantenere un impegno con i cittadini che abitano nei borghi e nel contempo essere credibili con le istituzioni superiori per accedere ai finanziamenti regionali, nazionali e comunitari».