I giudici della Corte di Cassazione hanno depositato le motivazioni relative al diniego del dissequestro nei confronti di uno degli indagati nell'inchiesta sulla Metro Latina. La difesa aveva impugnato la conferma dei sigilli disposti dal Tribunale del Riesame di Latina che risale allo scorso settembre e adesso dopo che il ricorso è stato respinto i giudici, presidente Matilde Cammino, relatore Sandra Recchione, hanno depositato le motivazioni con cui spiegano la decisione. <Il decreto di sequestro preventivo per equivalente era stato disposto dal gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario e riguardava due immobili per un valore di 834mila euro. «Il fatto per cui si procede è caratterizzato - hanno scritto i giudici - dall'ottenimento fraudolento di erogazioni pubbliche. E' stato chiarito che il sequestro preventivo, funzionale alla confisca - hanno messo in rilievo i giudici - disposto nei confronti della persona sottoposta ad indagini per uno dei reati previsti dall'articolo 640 di truffa può avere ad oggetto beni per un valore equivalente non solo al prezzo, ma anche al profitto del reato». La data dell'udienza preliminare ancora non è stata fissata e il processo sarà celebrato a Roma dove secondo l'accusa si è consumato il danno.
Il caso
Inchiesta Metrolatina, la Cassazione motiva il diniego di sequestro
Latina - I giudici hanno respinto la richiesta presentata da uno degli indagati