E' finito nel peggiore dei modi il concerto del primo maggio di Latina, l'evento che da tradizione in falsetto del concertone romano ieri, dopo la corsa contro il tempo del Comune e una assegnazione in 4 giorni, ha registrato sparuti gruppi di spettatori in piazza del Popolo e moltissime polemiche. Dopo le critiche degli ex organizzatori della manifestazione imperversate sui social per giorni, sono stati gli attuali organizzatori ad annunciare un esposto alla Procura per il clima intimidatorio e per presunte diffamazioni ricevute. Ha scritto Andrea Mirelli, presidente della Jaf eventi, sui social: "Quando organizzi un evento a Latina, dopo aver vinto un bando pubblico, devi subire intimidazioni, prese di posizione, diffamazioni e chi più ne ha più ne metta. Per questi motivi abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Latina ai fini di accertare eventuali responsabilità. Non possiamo tollerare questo clima di tensione in perfetto stile mafioso". Parole pesanti comprovate anche dalle dichiarazioni del sindaco di Latina Damiano Coletta stamattina su Radio Luna: "Esprimo solidarietà e faccio complimenti all'organizzazione del primo maggio, ci hanno messo professionalità e competenza. Questo primo maggio è una delle vicende del cambio del libro, abbiamo fatto un bando con il Mepa, il portale della pubblica amministrazione di cui fanno parte aziende certificate, e assegnato il servizio in modo trasparente. Purtroppo la città risente di certi sistemi ed è ancora incastrata in comportamenti di tipo mafioso. La gestione dell'1 maggio è stata sempre appannaggio di una sola e unica agenzia. Lo ha fatto bene? Sì diciamo che lo ha fatto sempre in maniera egregia, ma leggo di numeri che non corrispondono alla realtà, non indico chi è stato meglio a gestire ma dico che abbiamo scelto un altro metodo, ed il metodo è sostanza: non volevamo fare un affidamento diretto". Coletta spiega che l'organizzazione che aveva allestito il concerto negli anni scorsi, senza mai farne il nome "ci ha chiesto un importo di 20mila euro oltre al fatto che beneficia di apporti di sponsor privati come è giusto che sia. Noi ne abbiamo spesi tra i 10 e i 12mila euro, ma la cosa che non va è che è stato tutto posto come un pretesa, come un diritto acquisito, siamo alle solite cose di Latina, si vanno a cristallizzare delle posizioni a discapito di altri. Il primo maggio è una festa pubblica della collettività, è una festa di tutti". E ancora: "So che ci sono state intimidazioni sui social, i soliti violenti che strillano. Non mi interessa, vogliamo metterci dalla parte delle regole. Si fa fatica a cambiare certi processi, ieri ha vinto la trasparenza, la pulizia, è stato dato un segnale importante, la città ha capito che c'è la possibilità di uscire da schemi torbidi ed opachi".
Le questioni irrisolte
Accuse pesanti quelle lanciate nei confronti degli ex organizzatori dell'evento, sulle quali è giusto fare un po' di chiarezza. I due giovani imprenditori, Gian Luca Perez e Simona Petrucci, hanno sempre chiesto, in tutte le dodici edizioni del Primo Maggio, 20mila euro come tetto massimo di contributi pubblici, ma non hanno mai ricevuto più di 10mila euro (in una sola occasione). Mediamente il Comune ha erogato tra i 5mila e gli 8mila euro, e alcune edizioni sono state organizzate anche a costo zero, come nelle gestioni commissariali del Comune di Latina. A muovere la macchina del Primo Maggio sono sempre state circa 300 aziende locali che hanno sponsorizzato l'evento che ha ospitato in piazza del Popolo nomi come quelli di Morgan, J-Ax, Fabri Fibra, Edoardo Vianello, Franco Califano e molti altri ancora. I due imprenditori avevano protocollato una richiesta in Comune, un atto che è sempre stato accettato da tutte le amministrazioni (anche dall'ex Commissario Barbato, simbolo di legalità per l'amministrazione Coletta, soprattutto prima dell'amministrazione). Infatti, in assenza di un regolamento per i grandi eventi, non esiste un metodo preciso per fare richiesta in merito al Primo Maggio. Ma alla richiesta dei due giovani, così come alle continue domande sul perché del silenzio istituzionale, il Comune non ha mai risposto, per poi pubblicare un bando da 18mila euro il 20 aprile. In fretta e furia ha affidato l'evento che è stato possibile organizzare e realizzare in soli 4 giorni.