Confermato il dissequestro delle aree di proprietà del Comune di Sperlonga inserite nel piano integrato e alle quali nell'estate 2015 erano stati apposti i sigilli nell'ambito dell'inchiesta per lottizzazione abusiva. I giudici della Cassazione hanno infatti respinto il ricorso promosso dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, che aveva impugnato la decisione del Tribunale del Riesame di Latina.
L'udienza si è tenuta nella giornata di venerdì e il Comune, assistito dall'avvocato Corrado de Simone, si è costituito resistendo al ricorso, eccependone «la palese inammissibilità e infondatezza», come scrivono in una nota dallo studio legale. La terza sezione, ascoltate le parti - il procuratore generale aveva chiesto l'accoglimento del ricorso del pm «con rinvio» -, ha respinto il ricorso con motivazione riservata.
«La vicenda segna, dunque, un'ulteriore conferma della grave illegittimità della richiesta di sequestro preventivo a firma del pm e della grave illegittimità del decreto di sequestro emanato dal gip il 18 giugno 2015 e modificato il 9 luglio successivo. L'amministrazione comunale, resa immediatamente edotta della pronuncia della Corte di Cassazione, - scrivono nel comunicato diffuso ieri - pur restando in attesa delle motivazioni della sentenza, ribadisce che il provvedimento cautelare ha cagionato danni molto rilevanti alle proprie finanze, stimabili in importi presumibilmente prossimi ai due milioni di euro, oltre al danno cagionato all'immagine della cittadina, alla sua economia e a quanti profondono il loro impegno per migliorare le condizioni economiche e sociali della collettività». Nel calderone dei sequestri finirono infatti anche diverse aree destinate alla sosta a pagamento, con la riduzione netta degli incassi per l'Ente.
Il caso
Piano integrato, respinto il ricorso della Procura in Cassazione
Sperlonga - La decisione dei giudici della terza sezione. Confermato il dissequestro deciso dopo due rinvii dal Tribunale del Riesame