Inizia oggi con la prima udienza il processo per l'operazione Touchdown, in aula compariranno gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario e quindi non hanno puntato oltre che sul patteggiamento anche sul rito abbreviato come hanno fatto invece altri imputati. Intanto ha lasciato il carcere dove era detenuto dallo scorso 11 dicembre, da quando era scattata la misura restrittiva firmata dal giudice Giuseppe Cario, uno degli imputati: Filippo Frezza che ha ottenuto gli arresti domiciliari.
E' difeso nel procedimento dagli avvocati Francesca Apponi e Orlando Mariani. Oltre a Frezza sul banco degli imputati ci sono: Marzo Muzzupappa, Alvaro Mastrantoni, Danilo Martelli, Mauro Di Stefano, Enrico Baccari, Stefano Ettorre, Pierluigi Ianiri, Andrea Caiazzo. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Maria Teresa Ciotti, Armando Argano, Oreste Palmieri, Aurelio Cannatelli, Luca Giudetti, Flaviana Coladarci, Laura Bove, Alessandro Paletta, Luigi Pescuma.
Davanti al collegio penale del Tribunale di Latina compariranno anche gli altri imputati, accusati a vario titolo di corruzione, turbativa d'asta. Era stato il pubblico ministero Valerio De Luca a chiedere il giudizio immediato cautelare, un rito previsto dal codice quando c'è l'evidenza della prova. L'azione era stata dettata prima di tutto dalla decisione anche del Tribunale del Riesame di Roma che aveva confermato in blocco le accuse formulate dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario che aveva emesso il provvedimento restrittivo sulla scorte delle indagini condotte dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia che avevano permesso di portare alla luce un vero e proprio patto corruttivo che riguardava non soltanto Cisterna ma anche altri centri della provincia di Latina. Nelle scorse settimane alcuni imputati hanno patteggiato la pena altri invece hanno scelto il rito abbreviato. Questa mattina è prevista la prima udienza. «L'indagine ha messo in risalto un diffuso comportamento di malaffare che abbracciava indistintamente tutti i settori della gestione della cosa pubblica, dal servizio rifiuti, alle strade - aveva scritto il Tribunale del Riesame - ed è emerso che venivano affidati dei lavori complementari per recuperare delle tangenti versate, gli accordi corruttivi interessavano anche altri settori».