Per effettuare i lavori di ampliamento e ammodernamento del Mof, risalenti a circa vent'anni fa, è stata posta in atto una «occupazione usurpativa» dei terreni di una trentina di privati. Una procedura illegittima per la quale la Corte d'Appello di Roma, prima sezione civile, ha condannato Imof spa e Regione al pagamento di 831.571 (oltre interessi e rivalutazioni) in favore delle parti attrici, nonché una somma consistente per le spese legali. Ribaltata quindi la pronuncia dei giudici di primo grado, risalente al 2009.
Nella sentenza, i giudici ripercorrono tutte le tappe del progetto. S'inizia con l'approvazione del piano regolatore nel 1978. Nello strumento urbanistico, i terreni dei ricorrenti, quasi tutti assistiti dagli avvocati Francesco Di Ciollo e Tiziana Agostini - sono stati destinati a «impianti d'interesse generale» con un vincolo di destinazione specifica: mercato ortofrutticolo. Tale vincolo è decaduto cinque anni dopo, nel 1983, perché nel frattempo non è stato approvato il piano particolareggiato. Quindi quelle aree sono diventate zone «bianche», prive di disciplina urbanistica.
Nel 1993 arriva il progetto di ampliamento e ristrutturazione del Mof, cui fa seguito tre anni dopo il decreto per l'occupazione d'urgenza. È l'inizio di un lungo contenzioso per il quale, in sede civile, è arrivata ieri la sentenza d'Appello. Nella stessa, i giudici sostengono «che vi sia stata pacificamente decadenza del vincolo urbanistico a mercato ortofrutticolo di destinazione dell'area in questione».
La dichiarazione di pubblica utilità del 1993 della Regione e la delibera di approvazione del 1995 del Comune sono - per la Corte d'Appello - inefficaci: l'opera non era conforme a quanto previsto nella destinazione urbanistica dell'Ente. Per dare corso al progetto, insomma, sarebbe stato necessario apportare allo strumento urbanistico le modifiche opportune per rendere l'opera coerente con il piano regolatore. Anche la delibera del 1998 del Comune, con cui è stata disposta variante al piano regolatore con riproposizione del vincolo, approvata nel 2000 dalla Regione, non ha alcun rilievo: è stata adottata dopo il decreto di esproprio, «che è illegittimo e come tale privo di effetti». «Conclusivamente, - scrivono i giudici - vi è stata occupazione illegittima e trasformazione irreversibile del fondo». Di qui il risarcimento dei danni milionario, per il quale Imof e Regione potrebbero comunque tentare il ricorso in Cassazione.