Sarà un avvocato del foro di Roma a fornire un parere legale e stragiudiziale relativamente all'appalto per la realizzazione di 28 alloggi popolari in zona Eschieto, in mano a una ditta della zona. In particolare, il Comune intende trovare una soluzione a una vicenda che si trascina dal 2014 e che se non sarà definita entro il mese di settembre rischia di far perdere all'ente un finanziamento regionale da tre milioni di euro.

Tutto ebbe inizio nel mese di gennaio del 2015, ossia a poche settimane dall'aggiudicazione dell'appalto in favore della ditta in questione: il 23 di quel mese, infatti, la ditta segnalò all'ente la necessità di sospendere il termine di consegna del progetto, in quanto erano emerse criticità in sede di progettazione dell'intervento che avrebbe dovuto garantire una soluzione per l'emergenza abitativa. La sospensione venne accordata e, il 31 maggio 2016, l'impresa presentò un nuovo progetto esecutivo in variante - realizzato da un'altra azienda -, che prevedeva un costo maggiorato di 400mila euro. Dopo oltre un anno - ossia il 27 luglio 2017 - il tecnico verificatore del progetto esecutivo ha rilevato "incongruenze tecniche, difformità e carenze", chiedendo chiarimenti all'impresa circa l'intervento da porre in essere in via Tagliamento.

Secondo il Comune, tali richieste di chiarimenti sono state reiterate per altre quattro volte fino al 20 marzo scorso, con la ditta appaltatrice che «non ha mai formalmente chiarito se è in grado di realizzare l'opera appaltata nell'ambito della somma contrattuale».

In più, a febbraio scorso, durante una riunione in Regione è emerso che il mese di settembre prossimo sarà il termine ultimo per la concessione del finanziamento milionario, «a condizione che l'amministrazione comunale, con provvedimento di Giunta comunale, comunichi le soluzioni che si intendono adottare per risolvere le problematiche emerse e quindi consentire l'effettivo inizio dei lavori».

Non essendo quindi chiare le criticità allora evidenziate dalla ditta sia sull'aspetto progettuale che su quello economico, è emersa la necessità di chiedere un parere legale sulla vicenda legata alla costruzione delle case popolari, «teso anche a tutelare l'amministrazione in merito alle decisioni da adottare, non esclusa la proposta di risoluzione contrattuale in danno dell'impresa». L'ente, dunque, vuole salvaguardare la disponibilità dei fondi regionali a rischio perenzione - e di conseguenza la realizzazione dei lavori -, basandosi sui consigli che fornirà l'avvocato di Roma.