Dal carcere ai domiciliari. E' questo il percorso compiuto ieri da un 43enne di Aprilia e da un 36enne di Ardea, arrestati nei giorni scorsi per le ipotesi di reato di sequestro di persona ed estorsione in concorso.

In particolare, il giudice di Velletri - dopo aver esaminato le carte e preso atto della facoltà di non rispondere di cui si sono avvalsi i due uomini - ha deciso di scarcerare gli indagati, ponendoli ai domiciliari.

Ricordiamo che i due erano stati arrestati nella mattinata del 26 giugno 2018 dai carabinieri della Compagnia di Anzio, agli ordini del capitano Lorenzo Buschittari.

In particolare, la coppia si trovava all'interno di una abitazione di Lavinio, all'interno della quale - qualche giorno fa - i due avevano effettuato dei lavori di muratura, coadiuvati da un imbianchino di Fiano Romano, che, a loro avviso, non avrebbe svolto il suo lavoro a regola d'arte.

«Incontratisi nella stessa abitazione per chiarire la vicenda - si legge in una nota -, ne sarebbe nata una discussione animata, nel corso della quale l'imbianchino sarebbe stato sequestrato e trattenuto come 'ostaggio' sotto la minaccia di una pistola, poi rivelatasi una scacciacani, nell'attesa che suo fratello, che lo aveva accompagnato a Lavinio, si procurasse una somma ritenuta congrua a 'risarcire' la cattiva esecuzione dei lavori».

Il fratello della vittima, però, ha deciso di reagire chiamando i carabinieri, che, nel giro di pochi minuti, sono intervenuti in forze e hanno liberato l'imbianchino, arrestando i due e sequestrando - oltre alla pistola scacciacani - uno sfollagente telescopico, anch'esso utilizzato per le minacce.