Subito dopo la dichiarazione choc di Riggione i carabinieri hanno prima di tutto verificato la notitia criminis e sono scattati gli accertamenti dei militari della Compagnia Casilina di Roma che con l'ausilio dei vigili del fuoco sono entrati nell'appartamento indicato dall'uomo. La donna viveva in via Corigliano Calabro al civico 27 al piano terra di una palazzina in mattoncini rossi nel quartiere Statuario a Roma, a poca distanza da Capanelle, nel quadrante sud orientale della capitale. I carabinieri hanno trovato il corpo della donna nel soggiorno morta a quanto pare sul colpo e a quel punto la scena del crimine è stata congelata: i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un accurato sopralluogo ritrovando le armi del delitto: una picozza e poi anche un coltello per ricostruire nel dettaglio tutte le fasi dell'omicidio e i colleghi del Nucleo Investigativo di Latina hanno eseguito accertamenti di natura scientifica sugli abiti sequestrati a Riggione che dopo l'omicidio si era anche cambiato forse nel tentativo di cancellare le tracce. Domani mattina in carcere in via Aspromonte a Latina dove si trova detenuto è previsto l'interrogatorio di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Laura Matilde Campoli e in quell'occasione Riggione, difeso dall'avvocato Paolo Silipo, avrà la possibilità di fornire la sua versione dei fatti tra le ipotesi quella che possa restare in silenzio di fronte alle contestazioni del magistrato o che risponda per una interrogatorio che dovrebbe ricalcare quello di ieri.  Il quadro indiziario è completo di fronte alla confessione dell'uomo, al sequestro delle armi del delitto e ad altri elementi che sono stati raccolti dai carabinieri. In un secondo momento dopo l'interrogatorio di convalida e la decisione del magistrato, gli atti finiranno alla Procura di Roma, competente per territorio proprio perchè l'omicidio è avvenuto nella capitale