No agli orari limitati per il gioco. Una società, che ha un esercizio in centro ad Anzio, ha presentato ricorso al Tar - che si esprimerà nelle prossime settimane dopo il "no" alla sospensiva del provvedimento - contro l'ordinanza a firma del sindaco Candido De Angelis in cui si impone la limitazione oraria nell'utilizzo dei macchinari per il gioco d'azzardo, al fine di contrastare le ludopatie. La società, come accennato, ha presentato il ricorso per l'annullamento e la declaratoria di illegittimità o di nullità dell'ordinanza del 3 agosto scorso, con la quale il Comune ha imposto l'orario di funzionamento degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in denaro in tutte le sale gioco e nelle altre tipologie di esercizi autorizzati, fissandolo dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23 di tutti i giorni, festivi compresi. Inoltre, è stato stabilito che le apparecchiature di gioco, nel momento in cui cessano di funzionare, devono essere spente tramite l'apposito interruttore elettrico di ogni singolo apparecchio ed essere mantenuti non accessibili.

Una decisione che la società non ha gradito. Il Comune ha dato mandato all'avvocato Stefano Bertollini di difendere la propria posizione in Tribunale.

Sulla questione è intervenuto anche il gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle formato da Mariateresa Russo, Rita Pollastrini e Alessio Guain, incalzando l'amministrazione neroniana sulla necessità di studiare un regolamento comunale contro le ludopatie. «È l'unico modo - spiega Rita Pollasrini, capogruppo dei consiglieri 5 Stelle ad Anzio - per imporre delle regole ai privati». «L' ordinanza sindacale sulla riduzione degli orari di apertura delle sale da gioco serve a poco e rischia di essere anche impugnata», aveva fatto notare nelle scorse settimane il consigliere comunale del MoVimento 5 stelle di Anzio Alessio Guain. «Ad Anzio c'è bisogno di un regolamento - aveva aggiunto -. La ludopatia si combatte con altri strumenti come le distanze dai punti sensibili, il divieto di inserire all'interno delle sale gioco sportelli bancari, postali o bancomat, di somministrare alcolici, di aprire sale slot in locali comunali, incentivate i locali che intendono togliere le slot e programmare in sinergia con la Asl e le forze dell'ordine campagne di informazione specie nelle scuole o presso i centri anziani».