Chi e perché ha chiuso via Lattea - in entrambi i tratti che finiscono dentro alla pineta di Colle Romito -, utilizzando dei cancelli e mettendo dei cartelli che vietano il transito? È questa, in estrema sintesi, la domanda che alcuni cittadini - coordinati dall'ex candidato sindaco del movimento civico "Liberiamo Ardea", Monica Fasoli - hanno deciso di porre al sindaco Mario Savarese e alla polizia locale, al fine di capire se questa iniziativa riscontrata nel cuore del Consorzio in questione sia regolare o meno.

«Colle Romito è un consorzio stradale con strade private ma di pubblico transito, diviso in varie lottizzazioni - si legge nella nota -: tra queste ci sono dei parchi a uso pubblico che la proprietà avrebbe dovuto cedere al Comune come da atto di transazione del 18 dicembre 1992, oggi gestiti dal Consorzio. L'area in questione è la pineta dove vi sono delle abitazioni, con l'accesso alle case stesse da via Lattea».

Dopo l'introduzione, ecco il nocciolo della questione: «Abbiamo potuto constatare che sia sulla parte superiore di via Lattea che su quella inferiore, nonché in tutta la superficie che costeggia viale Corona Boreale, la Pineta e la strada (via Lattea), sono stati installati dei cancelli e posti dei cartelli stradali di divieto di transito. Ci preme - prosegue la nota - l'intervento della polizia locale per un sopralluogo, sia per la possibile violazione di legge che per la sicurezza dei residenti che, avendo le loro abitazioni un accesso dall'interno della pineta, in caso di incendio o di soccorso sanitario non vi è modo per accedere se il cancello è chiuso con tanto di lucchetto». Tra l'altro, il parco a ridosso di via Lattea è aperto al pubblico e, in estate, ogni domenica viene celebrata la Santa Messa. «Vogliamo quindi chiarezza - conclude la lettera: è stata emessa un'apposita ordinanza comunale che motivi la chiusura di via Lattea? Se non ci sono autorizzazioni giustificative per tali installazioni di cancelli, il sindaco ordini l'immediato sopralluogo al fine di ripristinare al più presto lo stato dei luoghi».