Il 15 novembre prossimo il Gup del Tribunale di Grosseto deciderà se rinviare a giudizio il 23enne apriliano Riccardo Piattella, titolare della ditta di trasporti proprietaria del camion su cui, nell'aprile del 2017, viaggiava e morì Domenico Di Liscia. Per la Procura e per i consulenti della famiglia, il mezzo pesante oltre al mancato collaudo, aveva un serbatoio aggiuntivo mai autorizzato che nell'incidente si ruppe contribuendo al rogo che arse vivo il conducente, residente ad Anzio. La tragedia si consumò lungo la via Aurelia, nei pressi di Albinia di Orbetello.Il 23enne, già finito nell'inchiesta sulla cava gestita dalla sua famiglia ad Aprilia in cui venivano interrati rifiuti, è accusato di omicidio stradale, perché "per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, nonché nella violazione delle disposizioni normative in rubrica (si veda l'art. 78 del Codice della Strada, "Modifiche delle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione", ndr), ha messo a disposizione per l'espletamento dell'attività lavorativa del dipendente Domenico Di Liscia un autoarticolato, immatricolato nel 1997, non idoneo ai fini della sicurezza del lavoratore". Il Pm, la dott.ssa Ciavattini imputa al titolare della ditta "di aver omesso di sottoporre il veicolo a motore e il rimorchio a visita e prova (ovvero al collaudo) presso i competenti uffici della Direzione Generale della Motorizzazione Civile", e "di non aver provveduto ad aggiornare la carta di circolazione del veicolo a fronte dell'installazione di un serbatoio supplementare di 600 litri collocato sulla destra del trattore".