Si era trasferito da qualche tempo a Viareggio e i poliziotti non riuscivano a rintracciarlo, in quanto viveva su un peschereccio. Poi, nelle scorse ore, il ritorno ad Anzio e la svolta nelle indagini, con conseguente arresto in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
E' questa la storia di un 48enne d'origine tunisina bloccato dai poliziotti della Squadra Volante del commissariato di Anzio, che ora deve difendersi dalle ipotesi di reato di atti persecutori e violazione di domicilio continuata.
La storia dello stalker, come dicevamo, inizia nel 2012, quando l'uomo si accompagna con una donna italiana di 50 anni. Entrambi con precedenti relazioni alle spalle, iniziano un rapporto che sembra perfetto, fino ai primi problemi emersi durante quell'estate, quando l'uomo inizia a minacciare e a perseguitare la donna.
Da quel momento, vengono presentate una decina di querele, con la Procura della Repubblica che viene informata dei fatti e i poliziotti che invitano l'uomo a calmarsi.
Tra fasi alterne si arriva al 2015 e al 2017, quando si ripetono degli episodi spiacevoli: una volta, addirittura, la polizia - durante un intervento richiesto dalla compagna dell'uomo, trovano una tanica di benzina che il 48enne avrebbe potuto utilizzare per dar fuoco all'appartamento.
A quel punto partono delle approfondite indagini, con tanto di escussioni di testimoni, con il pm di Velletri Verdi che chiede e ottiene dal gip del Tribunale castellano - il 25 gennaio 2018 - un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
I poliziotti della Squadra Investigativa e della Squadra Volante di Anzio, quindi, si mettono alla ricerca del 48enne che, nel frattempo, ad Anzio non c'è più.
Soltanto ieri - 4 ottobre 2018 - si è appreso che l'uomo aveva iniziato a lavorare a Viareggio, in Toscana, imbarcandosi su un peschereccio. E sempre ieri, l'uomo è stato avvistato dai poliziotti della Volante sulla Riviera Mallozzi, ad Anzio, vicino all'hotel "Tavernetta": chiaramente, è stato bloccato e accompagnato in commissariato.
Il gip, considerata la situazione, ha aggravato la misura e trasformato gli arresti domiciliari in custodia cautelare in carcere.