Nei giorni scorsi, un cittadino di Anzio - attraverso il proprio legale di fiducia - ha promosso un accesso agli atti in Comune per verificare se il Comitato per il Monumento al Pescatore ha presentato i documenti necessari e poi ha ottenuto tutti i permessi per posizionare statua e basamento a largo Bragaglia.

Una circostanza, questa, che ha stupito (e non poco) i due presidenti del comitato, Ciro e Salvatore Spina. «Il nostro è un comitato non politico formato da pescatori, pensionati e commercianti che si adopera a fare qualcosa di bello per la sua città, fa fare una statua di marmo di Carrara a propria cura e spese, la dona alla sua città, si adopera per bonificare un giardino ridotto a una discarica con alberi morti e abbandonati. Abbiamo ripulito i muri, ripiantato il prato, messo a dimora alberi di ulivo e palme pregiate, potenziato i lampioni. È stato fatto un basamento tutto in travertino, con il Comune ci ha donato ventimila euro. E per questo lavoro - spiegano - abbiamo un debito con i nostri fornitori di 4.000 euro. Il nostro lavoro è sotto gli occhi di tutti: abbiamo fatto tutte le cose in regola, con tutta la documentazione in regola». Non è tutto: «Per i soldi che ci hanno donato sono state emesse ricevute o fatture: abbiamo fatto le cose con la massima trasparenza. Non abbiamo avuto compensi né rimborsi spese. Questo per mettervi a conoscenza di questo fatto increscioso ci ha amareggiato e ci ha toccato personalmente. Ha offeso la nostra dignità. Non diciamo altro».