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Cronaca

Strade devastate da buche grandi come crateri: a Latina è emergenza

Le vie cittadine sono diventate impercorribili a causa delle buche che aumentano ogni giorno di più e che nessuno ricopre. L'amministrazione finge di non vedere

L'esercizio si fa ogni giorno più difficile, come in un videogame per ragazzini, dove metti in gioco la sopravvivenza cercando di scansare insidie e ostacoli. Ma se lì è tutto virtuale, e in fondo non rischi niente, scansare le buche sulle strade di Latina è diventato perfino pericoloso. Nessuno, che si sappia, ci ha perso la vita, ma cerchi, pneumatici e sospensioni vanno via come il pane. E contromisure non se ne vedono. I sostenitori ad oltranza dell'amministrazione insistono nel dare del prevenuto, o qualcosa del genere, a tutti quelli che si lamentano delle buche, e ogni volta si sperticano nel sostenere che amministrare una città non vuol dire soltanto tappare le buche sulle strade. Per il resto, i tifosi ellebicini fanno finta di non vedere e non sapere.

La situazione, anzi la condizione generale delle nostre strade, è drammatica. Ormai non c'è una sola via che si possa percorrere serenamente senza tenere gli occhi rigorosamente piantati verso il basso, alla ricerca della prima trappola da evitare: dieci anni di omessa manutenzione si fanno sentire, e per quanto dolga constatare che tutto si posa oggi sulle spalle dell'attuale amministrazione, resta il fatto che il problema c'è e tocca al Comune risolverlo.
Ci voleva uno scatto di fantasia, un accordo impossibile con qualcuno, una sponsorizzazione bituminosa, e invece niente. Dal cilindro dei guai è venuta fuori adesso anche Open Fiber, l'impresa che sta tagliuzzando una strada dopo l'altra per infilare i tubetti della fibra ottica e che promette di lasciarci un carico aggiuntivo di problemi una volta che i lavori saranno ultimati. Perché dove passa la fibra restano lunghe piste scavate sull'asfalto: sarà pure un fastidio largo soltanto quindici centimetri, ma anche quello contribuisce a dare l'idea di una città infrequentabile, trasandata, sciatta, abitata da trogloditi che disprezzano la forma e prediligono la volgarità, il disordine e la zozzeria dei cumuli di sacchetti di immondizia buttati sui marciapiedi anziché nei cassonetti, ma perché i cassonetti non ci sono a sufficienza, né quelli per il vetro né quelli per la carta. Chissà cosa vorrà dire amministrare una città, boh! In Piazza del Popolo insistono: amministrare non è solo tappare le buche.  Come nelle frasi di un tempo firmate da Peynet: amare significa non dire mai mi dispiace.

A noi invece dispiace vedere la città che amiamo in mano a gente che non la ama abbastanza

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