Erminia Giuliano, ribattezzata "Celeste", per il colore dei suoi occhi o "Lady camorra", per l'appartenenza al clan, destinataria di un provvedimento di sequestro preventivo e di perquisizione. L'atto è stato notificato dalla Guardia di Finanza di Formia qualche giorno fa alla figlia della donna, Gemma Roberti 41 anni. La madre, 63 anni, è stata impossibilitata a raccogliere di persona i provvedimenti firmati dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, su istanza del Procuratore della Repubblica, il dottor Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore, il dottor Giuseppe Miliano, perchè si trova ricoverata presso una clinica di Castel Volturno. In sostanza secondo i pubblici ministeri l'indagata, essendo stata condannata il 2 ottobre del 2007, con sentenza definitiva per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, 416 bis, ometteva nei termini di legge, la variazione del patrimonio successiva alla notifica della condanna in questione. In particolare la variazione dell'importo di 25mila euro che avrebbe dovuto comunicare essendo superiore alla cifra limite di 10.329, 14 centesimi. Con il decreto di perquisizione locale e personale, presso l'abitazione di via Toraldo, gli inquirenti contavano di trovare la somma cercata, o in contante o certificati di deposito, o titoli di Stato, libretti di risparmio bancari, chiavi di cassette di sicurezza, oggetti preziosi, utili da sottoporre a sequestro raggiungere l'equivalente della somma di 25mila euro, valore indicato dal gip Bortone nel decreto di sequestro. Dagli atti di indagine è emerso che con la sentenza della Corte d'Appello di Napoli del 3 aprile del 2007, divenuta irrevocabile il 2 ottobre del 2007, la Giuliano veniva condannata per il reato di associazione mafiosa. Nell'ottobre del 2018, la Guardia di Finanza del Gruppo di Formia ha effettuato alcuni accertamenti all'esito dei quali è stato verificato che al maggio del 2013, l'indagata acquistò da Giuliano Roberti, la sua parte del diritto di usufrutto su un immobile sito a Napoli al prezzo di 25 mila euro, senza mai darne comunicazione alla polizia tributaria come previsto dalla legge. In base a tale normativa le persone condannate con sentenza definitiva per determinati reati, fra i quali quello per cui è stata condannata donna "Celeste", sono tenute a comunicare per dieci anni, entro trenta giorni dal fatto, al nucleo di polizia tributaria, tutte le variazioni relative alla composizione del patrimonio.