Riccardo Piattella, 23 anni, titolare della ditta di autotrasporti omonima di Aprilia, è accusato di omicidio stradale perché «per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia», nonché in violazione delle norme che regolano la modifica delle caratteristiche costruttive dei veicoli, «ha messo a disposizione per l'espletamento dell'attività lavorativa del dipendente Domenico Di Liscia un autoarticolato, immatricolato nel 1997, non idoneo ai fini della sicurezza del lavoratore».
E' con questa premessa che la dottoressa Ciavattini, Pm di Grosseto, imputa al titolare della ditta apriliana (già finito nell'inchiesta sulla cava in cui venivano interrati rifiuti gestita dalla sua famiglia) «di aver omesso di sottoporre il veicolo a motore e il rimorchio a visita e prova (ovvero al collaudo) presso i competenti uffici della Direzione Generale della Motorizzazione Civile», e «di non aver provveduto ad aggiornare la carta di circolazione del veicolo a fronte dell'installazione di un serbatoio supplementare di 600 litri collocato sulla destra del trattore».
L'uomo che guidava il camion, Domenico Di Liscia, 40enne di Anzio, intorno alle 22 del 27 aprile 2017, stava procedendo lungo la via Aurelia quando, all'altezza del km 148+900, presso Albinia, ha improvvisamente perso il controllo del mezzo pesante che è andato a sbattere contro il guardrail, si è ribaltato, finendo di traverso alla strada, e ha preso fuoco: in pochi secondi anche la cabina è stata avvolta dalle fiamme e per il conducente non c'è stato scampo, è morto carbonizzato. Le perizie hanno riscontrato una modifica non autorizzata al mezzo, in particolare al serbatoio.
Il Gup ha rinviato a giudizio (l'imputato non ha chiesto di essere processato con riti alternativi) il giovane che comparirà in aula il prossimo 30 maggio.