Sedici anni per aver colpito a morte l'ex datore di lavoro e per avergli strappato dal collo, una volta a terra e già privo di sensi, la collanina d'oro. E' la condanna emessa dal giudice Giorgia Castriota poco fa al termine del processo, celebrato con il rito abbreviato, a carico di Gabbar Singh. L'immigrato di origini indiane è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio volontario, non premeditato, di Armando Martufi, 56enne proprietario di un centro ippico alle porte di Cori. Il pomeriggio del 31 dicembre 2017, i due hanno avuto una lite proprio all'interno del maneggio. L'operaio pretendeva il pagamento di un debito di lavoro che la vittima forse non riconosceva. E' iniziata una colluttazione terminata quando Singh ha impugnato il manico di un forcone e ha colpito alla testa Martufi. Da quel momento il 56enne ha lottato in coma per un mese e mezzo. Gabbar è fuggito ed è stato arrestato dai carabinieri di Aprilia la mattina dopo mentre cercava di raggiungere il litorale romano. La pubblica accusa aveva chiesto una pena – comprensiva dello sconto garantito dal rito alternativo al dibattimento – a 18 anni di reclusione. Il giudice si è presa 90 giorni per depositare le motivazioni.